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DONALD BALLA DA SOLO – NEL GRAN CAOS DEL DISCORSO DI TRUMP ALL’ONU, L’AMBASCIATORE STEFANINI HA INDIVIDUATO TRE PUNTI CRUCIALI: “DISACCORDO CON L'EUROPA, CRESCENTE DISTANZA FRA CASA BIANCA E PALAZZO DI VETRO E ATTACCO FRONTALE AL ‘GLOBALISMO MULTILATERALE’ IN NOME DEL NAZIONALISMO. ALL'APPELLO DEL SEGRETARIO GENERALE GUTERRES ALLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE, TRUMP HA REPLICATO DICENDO CHE ‘DOBBIAMO, INSIEME, COMPIERE IL NOSTRO SACRO DOVERE VERSO IL NOSTRO POPOLO E I NOSTRI CITTADINI’. CIOÈ, A COMINCIARE DAGLI STATI UNITI, OGNUNO PER CONTO SUO...” – VIDEO
Adesso è chiaro il motivo per cui Trump ce l’ha con l’Onu. Lo ha spiegato lui stesso:
«Anni fa ho offerto 500 milioni di dollari per ricostruire il complesso delle Nazioni Unite, pavimenti in marmo, pareti in mogano, il meglio di tutto. Hanno scelto un altro progetto molto… pic.twitter.com/gqWGb52g8x
— Marco Fattorini (@MarcoFattorini) September 23, 2025
Estratto dell’articolo di Stefano Stefanini per “La Stampa”
donald trump alle nazioni unite
Il «più grande discorso di politica estera», anticipato da Karoline Leavitt, portavoce della Casa Bianca, è stato certamente il più lungo. Quasi un'ora. Di politica estera poca.
Ma, in religioso silenzio, l'Assemblea generale ha ascoltato da Donald Trump una lezione sui due grandi mali che affliggono la comunità internazionale: l'immigrazione e l'energia verde.
«Distruggono le nazioni». Per quadruplicare il tempo concesso agli interventi (15') il presidente americano ha parlato anche di molto altro, dalle sette guerre cui ha messo fine ai dazi come «meccanismo di difesa» non solo economica ma anche contro amministrazioni straniere «corrotte» – con una digressione tipicamente trumpiana sui rapporti col Brasile avendo appena incontrato, e trovato molto simpatico («very nice man»), il presidente Lula che l'aveva preceduto sul podio.
DONALD TRUMP ALLA CASA BIANCA MOSTRA LA SUA FOTO CON VLADIMIR PUTIN - FOTO LAPRESSE
[…]
Nel magma emerge il perentorio invito a tutta la comunità internazionale ad arginare l'immigrazione – accusando le Nazioni Unite di facilitare «l'invasione» dell'Occidente – e riabbracciare l'energia fossile, carbone compreso. Ammonendo soprattutto l'Europa che, con deplorevole scarsità di condizionatori d'aria (forse nel Castello di Windsor dove Trump era stato appena ospite?), «sta andando all'inferno».
Discorso a tratti a braccio come in campagna elettorale, con la complicità di un guasto al teleprompter di cui ha dato immediatamente la colpa all'inefficienza dell'Onu – per quanto pare installato apposta dai tecnici americani.
Né all'Assemblea generale potevano interessare molto il superiore – dal suo arrivo alla Casa Bianca – andamento dell'economia americana o le malefatte del predecessore, Joe Biden. Ma sono i suoi temi preferiti, con una vaga tendenza senile alla ripetizione – gli anni passano per tutti.
volodymyr zelensky e donald trump a new york
Difficile trovare un filo conduttore coerente. Ma, pur nel caos, tre punti politici importanti: disaccordo con l'Europa, crescente distanza fra Casa Bianca e Palazzo di Vetro e attacco frontale al «globalismo multilaterale» in nome del nazionalismo.
Quest'ultimo in netta contraddizione con gli interventi che avevano aperto l'80esima Assemblea generale, del segretario generale António Guterres e della presidente Annalena Baerbock. Entrambi occidentali e filo-atlantici, combinazione più unica che rara all'Onu. Per Trump conta nulla.
vladimir putin donald trump anchorage alaska 2 foto lapresse
La distanza fra le Nazioni Unite e quest'amministrazione americana era plasticamente rappresentata dal seggio Usa vuoto alla sessione su Palestina e i due Stati. Ventiquattrore dopo Donald Trump l'ha raddoppiata. La diserzione americana sulla Palestina segnava infatti un distacco, voluto, di Washington dalla stragrande maggioranza della comunità internazionale sulla spinosa questione israelo-palestinese.
Malgrado la tragedia in corso a Gaza, e il «mai uno Stato palestinese» di Benjamin Netanyahu in rottura con gli accordi di Oslo e con i vari tentativi americani di portare a buon fine il negoziato sui due Stati. Ma Washington è sempre stata il paladino dell'ultim'ora di Gerusalemme, talvolta isolandosi anche in passato. […]
URSULA VON DER LEYEN DONALD TRUMP - ANDREA CALOGERO PER LA STAMPA
Ieri, tuttavia, il Presidente americano ha tracciato un percorso che allontana gli Stati Uniti, rispettivamente, dall'Europa e dalle Nazioni Unite. Sulla questione palestinese si è rifugiato nella narrativa del riconoscimento che «premia Hamas» – il cui terrorismo ha invece esattamente per scopo di annullare la soluzione due Stati.
Sull'Ucraina ha confermato la scusa finale per non mettere sanzioni alla Russia, dopo averne parlato ormai da mesi: tocca prima agli alleati Nato interrompere tutti gli acquisti di gas e petrolio da Mosca. Ignorando quanto la maggior parte dei Paesi europei, a cominciare da Germania e Italia, hanno già fatto.
[...] Quel poco di politica estera contenuto nel discorso allontana gli Usa dagli alleati. Con l'Onu Trump si è scontrato su due fronti. Dell'efficienza – non solo di teleprompter e scala mobile: a cosa servono le Nazioni Unite se non riescono a mettere fine ai conflitti (a differenza delle sue sette guerre terminate)? Ma soprattutto sulla filosofia delle relazioni internazionali.
donald trump assemblea generale onu 3
All'appello di Guterres alla cooperazione internazionale ha replicato dicendo che «dobbiamo, insieme, compiere il nostro sacro dovere verso il nostro popolo e i nostri cittadini». Cioè, a cominciare dagli Stati Uniti, ognuno per conto suo.
L'aveva già detto nel suo primo discorso al Palazzo di Vetro nel 2017: ogni Paese deve perseguire il proprio interesse nazionale, poi si trova un punto d'accordo. Non aveva spiegato cosa succede quando il punto d'accordo non si trova, l'arena mondiale non è il mercato immobiliare di Manhattan. Ma deve aver avuto lo stesso buoni ascoltatori, ad esempio a Mosca. Con i risultati che conosciamo.
Ursula von der leyen e donald trump a Turnberry in Scozia - foto lapresse
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