DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Marco Di Caterino per Il Mattino
Bambini come oggetti. Che possono passare da una paternità a un’altra come si fa per le auto o un altro bene materiale. E quello che di scandaloso è accaduto ieri nell’ufficio Anagrafe di Afragola ne è la dolorosa che getta ulteriori luci sinistre sull’infanzia.
Ieri mattina una donna si è presentata all’Anagrafe di Afragola in compagnia di un uomo, per chiedere di cambiare la paternità alla figlia avuta circa un anno e mezzo fa. «Invece di quel “marocchino” che l’ha dichiarata – ha sostenuto convinta la donna con il tono di chi non si aspetta un rifiuto – dovete assegnare la paternità di mia figlia a questo uomo, che è il vero padre».
La richiesta choc ha ammutolito i due impiegati. Con pazienza gli impiegati dell’Anagrafe hanno spiegato alla coppia che la loro richiesta era di fatto respinta, perché «ai bambini non si può cambiare la paternità, se non in casi eccezionali e solo dopo che un tribunale ne riconosca la necessità».
La donna, che fino a quel momento aveva mostrato un atteggiamento calmo, ha alzato il tono di voce aggredendo con una sfilza di improperi i suoi interlocutori, ribadendo che il «cambio di paternità» andava fatto all’istante. E all’ennesimo diniego, l’uomo che accompagnava la donna, una vedova di circa trent’anni, e che fino a quel momento non era intervenuto nella discussione è purtroppo passato alle vie di fatto.
Il padre mancato, ha aggredito la guardia giurata mettendola ko, poi dopo aver afferrato un banchetto del tipo scolastico lo ha utilizzato a mo’ di clava colpendo gli arredi dell’ufficio. Poi è uscito nel parcheggio e sempre utilizzando il piccolo banco ha ridotto in frantumi i lunotti di alcune auto che erano in sosta.
E mentre la donna, che minacciava di fare sfracelli contro gli impiegati, ha raggiunto nel parcheggio l’energumeno che ha «restituito» il banchetto all’ufficio scagliandolo con estrema violenza contro le finestre i cui vetri sono andati distrutti. Sull’episodio indaga la polizia municipale, che non esclude alcuna ipotesi sul cambio di paternità, nemmeno la compravendita di bambini.
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