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Ilaria Pedrali per "Libero Quotidiano"
Qual è il miglior deterrente contro gli stupri? Non fare tardi la sera. Sembra uno scherzo di dubbio gusto, invece è realtà. Nella laicissima, progredita e liberissima Svezia la polizia torna a dare consigli da medioevo per arginare la piaga delle violenze sessuali.
Perché in fondo le donne, secondo la polizia svedese, devono farsene una ragione e accettare che la situazione sia questa, soprattutto alla vigilia dell' estate quando gli stupri sono destinati ad aumentare.
Già lo scorso dicembre a Malmö, dopo che una diciassettenne fu brutalmente stuprata e seviziata, le donne svedesi erano scese in piazza in segno di protesta nei confronti della gestione della sicurezza da parte della polizia locale, che aveva suggerito loro di «non avventurarsi da sole in città dopo il tramonto».
Ora che l'estate si avvicina e le previsioni della polizia svedese sono cupe in merito all' incolumità femminile, ecco che torna il prezioso consiglio. Come se la colpa fosse delle donne e non di chi le stupra. A poco sembra valere la nuova legge sullo stupro introdotta da qualche giorno dal governo svedese.
Fino a oggi in Svezia prima che si possa parlare di violenza sessuale era necessario che la vittima avesse subito una violenza fisica, una minaccia di violenza o una forma di sfruttamento.
Ciononostante i casi di stupro erano tantissimi, migliaia ogni anno. Dal primo di luglio, se un rapporto non avrà il consenso esplicito di entrambi i partner, sarà considerato stupro, e la Svezia sarà il decimo Stato in Europa a riconoscere che il sesso senza consenso esplicito è violenza.
Una legge definita una conquista da parte delle femministe, impegnate da oltre cinque anni nella campagna di sensibilizzazione per l' approvazione della nuova legge, che tuttavia potrebbe non bastare per arginare il fenomeno.
Diritto alla lussuria - L' allarme della polizia svedese, con il relativo consiglio di non fare tardi, arriva a poche settimane dallo stanziamento, disposto con procedura d' urgenza, da parte del governo di circa mezzo milione di dollari per la realizzazione di filmati in cui si spiegano agli immigrati i loro «diritti sessuali».
In tutto undici, realizzati in 14 lingue tra cui l' arabo, il somalo, il curdo, il dari, in cui vengono illustrate mediante varie grafiche, le modalità per rapporti sessuali corretti.
Si parla di «Lussuria e piacere», «Genitali femminili», «Dolore durante il rapporto», e via dicendo.
L' intenzione è duplice: da un lato quella di colmare le lacune che gli immigrati hanno in materia di ciò che si possa fare con una donna, e dall' altro mettere in guardia i migranti maschi dallo sfruttamento sessuale messo in atto dalle donne di mezza età.
In entrambi i casi la scelta denota uno scarso rispetto per il genere femminile.
Integrazione fallita - Da paradiso dell' integrazione la Svezia si è quindi trasformata in un inferno multiculturale, dove si è registrata un' escalation di reati, quali stupri, violenze e attacchi alla polizia, commessi in particolare da stranieri.
Segno che la politica di accoglienza indiscriminata messa in campo ormai da anni nel Paese scandinavo è stata un fallimento senza precedenti, e a farne le spese sono gli svedesi.
Le svedesi in particolare che sono alle prese con un' emergenza stupri mai vista, destinata ad aumentare con l' estate. Dati ufficiali parlano di 7.370 casi di stupri e violenza sessuale, pari a un aumento del 10% rispetto all' anno precedente.
Inoltre nell' arco temporale che va dal 2012 al 2017 si sono registrati 4.142 processi giudiziari relativi ad aggressioni sessuali, verificatesi con un' incidenza maggiore nelle città connotate da una forte immigrazione, e che per il 95,6% dei casi hanno visto come imputati cittadini stranieri.
Un incremento di violenza e reati che ha messo in allarme il governo, che si dimostra ogni giorno sempre più incapace di gestire l' emergenza.
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