DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL…
Marina De Ghantuz Cubbe per “la Repubblica”
Dopo ben due mesi di pressioni politiche e non solo, il Circolo Canottieri Aniene è pronto a modificare il suo Statuto. A inizio febbraio Repubblica ha denunciato l'esclusione delle donne dalla vita dell'esclusivo club della Capitale: dal voto all'iscrizione. Il prossimo 4 aprile, l'assemblea straordinaria dei soci si riunisce per discutere e approvare proprio le «modifiche all'articolo 4 ed eventuali articoli correlati». Ovvero la fine dei veti alle donne impressi neri su bianco non da 60 giorni, ma da 130 anni, rimasti lì a impedire al genere femminile di partecipare alle decisioni del Circolo.
Da quando lo Statuto è stato emanato, nel 1892, la possibilità di cambiarlo si era già affacciata nel 2019 ma durante l'assemblea di tre anni fa, l'idea di toccare l'antico dettato divenuto una consuetudine, non ha neanche sfiorato i soci del Club sul Lungotevere. «Soci Effettivi - recita l'articolo 4 che lunedì prossimo sarà modificato - sono le persone di sesso maschile che hanno compiuto 18 anni». Sono in 1.500 e per il resto le concessioni alle donne sono strettissime: i soci per meriti sportivi (28) possono essere «di ambo i sessi», ma hanno solo diritto a usare la sede e gli impianti sportivi. Non votano.
Possono farlo i soci onorari tra cui si contano appena cinque donne: Federica Pellegrini, Flavia Pennetta, Josefa Idem, Caterina Banti e Simona Quadarella.
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Il quadro emerso ha mandato su tutte le furie le rappresentanti delle istituzioni: dalla sottosegretaria allo Sport Valentina Vezzali, alle 30 deputate dell'intergruppo donne alla Camera che con un'interrogazione parlamentare hanno chiesto di fare luce sulle regole «discriminatorie e anacronistiche» dello Statuto.
Anche il mondo sportivo si è ribellato: da Sara Simeoni, leggenda dell'atletica italiana, oro olimpico a Mosca 1980 e primatista mondiale del salto in alto, a Valentina Vignali, cestista professionista con un passato in serie A e in nazionale. Passando per Assist, l'associazione nazionale delle atlete.
La maggioranza che sostiene il sindaco Roberto Gualtieri in Campidoglio intanto ci si è messa di punta: l'8 marzo ha depositato una delibera che impone la parità di genere a tutte le società sportive che chiederanno in concessione o hanno già in gestione un impianto sportivo comunale. Un chiaro invito, visto che l'atto è immediatamente valido per l'Aquaniene, lo sport club del Circolo Canottieri Aniene, legato al Campidoglio da una concessione valida fino al 2051. Così, si è passati dalla «difesa della tradizione» da parte del presidente onorario Giovanni Malagò (che ha sempre respinto le accuse di discriminazione), all'assemblea straordinaria del 4 aprile.
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Almeno un sesto dei soci effettivi, seniores, senatori, benemeriti e onorari che hanno diritto al voto dovranno esprimersi per alzata di mano di fronte a un notaio e a un presidente. Come detto le votanti saranno al massimo cinque e nella migliore delle ipotesi, la vicenda del Circolo Aniene si concluderà per volontà di uomini che decidono se concedere un diritto alle donne.
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