DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Luca Monaco per “la Repubblica - Roma”
Trasportano una bombola carica di gas sulla schiena che alimenta una griglia a tracolla sulla quale sfrigolano salsicce e hot dog da offrire ai turisti a tre euro l’uno. Non c’è pace per il Colosseo. Appena liberata da centurioni e camion bar, nell’area intorno all’Anfiteatro Flavio adesso spuntano gli “uomini-barbecue”.
Si tratta dell’ultima novità in tema di cibo da strada: gli operatori della Street food runner, una società di Bolzano che sta promuovendo l’iniziativa nella Capitale, sono dotati di un’attrezzatura che permette loro di cuocere le pietanze in movimento. Il primo assalto all’area monumentale l’hanno tentato tre giorni fa e sono stati immediatamente bloccati dalla task force anti-abusivismo della polizia municipale.
Quando hanno visto i due operatori con la bombola in spalla, gli agenti hanno strabuzzato gli occhi. Sebbene avessero un’autorizzazione per la vendita, i due “uomini- barbecue”, coadiuvati da un terzo collega che trasportava le scorte di carne nelle borse frigo, sono stati multati per 1.032 euro ciascuno: la delibera 35 del 2006, infatti, vieta il commercio itinerante nel I municipio. Sono in corso gli accertamenti amministrativi e le verifiche da parte della Asl per stabilire se le attrezzature siano idonee o meno al trasporto, alla conservazione e alla cottura degli alimenti. Chissà però che gli “uomini-barbecue” non vogliano tornare presto alla carica.
«Per fortuna il Colosseo è ben sorvegliato – osserva la consigliera della lista civica al municipio I, Nathalie Naim – ma ho paura che possano fare affari nelle altre zone del Centro: al rione Monti o a Trastevere, per esempio, dove gli operatori dell’ingegno ogni giorno intasano i vicoli con le loro bancarelle. Anche lì servirebbero controlli serrati, ma per farlo è necessario aumentare le risorse a disposizione della polizia municipale ».
Il blitz al Colosseo era stato ampiamente annunciato sulla pagina Facebook “Street food runner”. «Siamo in cerca di personale per l’inizio dell’attività nella nostra base operativa di Roma. Contattaci per fissare un colloquio», recita un messaggio pubblicato il 1 dicembre scorso. Il logo è accattivante: un wurstel con il cappellone da cuoco infilza una salsiccia. Una seconda immagine, pubblicata giovedì mattina, preannuncia il primo test di vendita nei pressi della via Sacra. Un esperimento durato pochi minuti.
Gli “uomini-barbecue”, prima di essere fermati dai vigili, non hanno fatto neppure in tempo a testare il pos per i pagamenti elettronici. Erano stati multati per 200 euro anche i loro colleghi che quest’estate si erano avventurati sulle spiagge più frequentate della Costa Smeralda. Preparavano con la stessa tecnica panini sull’bagnasciuga in vendita a quattro euro. Una novità insopportabile per vecchi monopolisti del commercio ambulante romano. «Ci hanno mandati via dal centro storico per far guadagnare le multinazionali », si arrabbia Alfiero Tredicine. Il re dei camion bar forse ha perso il trono.
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