DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Marilisa Palumbo per il “Corriere della Sera”
Un effetto a valanga devastante per i diritti delle donne americane. Dopo l'entrata in vigore della legge texana sull'aborto, che proibisce l'interruzione di gravidanza dalla sesta settimana, politici repubblicani in tutto il Paese hanno fatto a gara ad annunciare che presto copieranno il provvedimento.
Una legge designata apposta per aggirare le accuse di incostituzionalità e il limite delle 24 settimane sotto il quale, secondo l'attuale giurisprudenza, non si può vietare la procedura. Tra gli Stati che si sono fatti avanti per ora ci sono Arkansas, Florida, South Carolina and South Dakota, e presto secondo il Washington Post dovrebbero seguire Kentucky, Louisiana, Oklahoma e Ohio.
Leggi del genere sono destinate ad avere conseguenze molto più gravi e profonde in posti come il Texas o la Florida, primo perché in altri Stati, seppur legale, l'aborto ha talmente tante restrizioni e vi è associato uno stigma sociale così forte che i numeri sono molto bassi; secondo perché il bando negli Stati più estesi significa per chi vuole sottoporsi alla procedura doversi spostare di centinaia di chilometri. E affrontare spese che rendono questa legge e quelle che dovessero seguire particolarmente penalizzanti per le comunità di colore e i ceti più poveri.
Gli attivisti hanno definito quest' anno «il peggior mai visto per il diritto all'aborto negli Stati Uniti». Secondo il Guttmacher Institute, oltre 97 provvedimenti restrittivi sono stati messi in atto nel 2021, il numero più alto dall'introduzione di Roe v. Wade, la decisione del 1973 che garantiva il diritto all'aborto. La presenza di una forte maggioranza conservatrice alla Corte Suprema fa ora temere il peggio per il destino della legge.
La Casa Bianca e i democratici si sono schierati promettendo battaglia, dal presidente Joe Biden alla speaker della Camera Nancy Pelosi, che vuole votare al più presto una legge che inscriva una volta per tutte il diritto all'aborto nella legge federale. Ma un simile provvedimento incontrerebbe con ogni probabilità ostacoli insormontabili in un Senato attualmente spaccato a metà.
Che la maggioranza degli americani (il 63 per cento) sia favorevole a Roe v. Wade non sembra spaventare i legislatori repubblicani: gli Stati «rossi» repubblicani, dove vive circa la metà della popolazione americana, stanno spingendo aggressivamente per far avanzare un'agenda ultra conservatrice e trumpiana mentre il Paese va in un'altra direzione. A un anno dalle elezioni di medio termine, bisognerà però vedere se pagherà o se invece l'attacco ai diritti delle donne mobiliterà l'elettorato progressista.
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