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Francesco Salvatore per “la Repubblica - Edizione Roma”
Rita Rusic vince la battaglia per il lussuoso appartamento a Monte Mario contro il suo ex marito Vittorio Cecchi Gori. A nulla è valso il blitz con cui il produttore cinematografico, lo scorso giugno, aveva provato ad infilarsi, cambiando la serratura della porta, nella casa abitata dall'ex compagna.
Il tribunale civile, respingendo il ricorso di Cecchi Gori, ha stabilito che l' appartamento deve restare in possesso della Rusic, sebbene l' ex presidente della Fiorentina ne risulti proprietario: «È evidente che la circostanza che la Rusic si sia allontanata, temporaneamente e per alcuni brevi periodi dall' appartamento - scrive il giudice nel decreto di rigetto al ricorso di Cecchi Gori - non comporta la perdita del possesso».
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Rusic, infatti, dopo essersi lasciata con l' ex senatore, alla fine degli anni Novanta, era rimasta ad abitare nel prestigioso attico nel quartiere Monte Mario, come descritto nell' atto di opposizione del legale della donna, l' avvocato Carlo Arnulfo, e solo nel 2015 aveva trascorso alcuni periodi all' estero.
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Il padrone di casa, invece, intorno al 2000 aveva deciso volontariamente di andarsene ad abitare da un' altra parte lasciando, di fatto, l' utilizzo dell' attico alla donna. La vicenda, che per anni è rimasta inesplosa, a giugno è scoppiata fragorosamente con il tentativo di riprendersi casa da parte di Cecchi Gori.
L' uomo, accompagnato da un fabbro al quarto piano di viale Platone, ha prima chiamato i carabinieri e poi, per escludere che ci fossero ladri all' interno, ha forzato la serratura della porta e fatto sostituire le chiavi di casa. Uno stratagemma che ha permesso al produttore di rientrare in possesso dell' attico, al cui interno quel giorno c' era l' ex cognata.
A mandare in fumo i piani di Cecchi Gori, però, ci ha pensato il pm di turno, che ha messo in stand by la vicenda, disponendo la copia delle chiavi e l' affido sia a Cecchi Gori che alla sorella della Rusic: tre mazzi per il produttore e due per l' ex cognata.
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All' indomani del blitz, inoltre, con sua sorpresa, il produttore cinematografico, convinto di poter rimettere piede all' interno di casa sua, ha dovuto fare i conti con un' amara realtà: ha provato a infilare la chiave nella toppa ma questa non ha girato. La serratura, infatti, era stata nuovamente sostituita. Cecchi Gori, a quel punto, non ha potuto far altro che fare ricorso al tribunale civile. Ieri, l' ennesima sconfitta.
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