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DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO…
MAURO FELICORI REGGIA DI CASERTA
Non ci sono solo le polemiche riguardanti il direttore accusato dai sindacati di essere uno «stakanovista» solo perché si ferma in ufficio oltre l’orario di lavoro. Dallo scenario maestoso della Reggia di Caserta sta emergendo anche altro. È il caso di quelle ville nel parco vanvitelliano assegnate a ex dipendenti della struttura museale o a loro eredi. Una dozzina in tutto. Nomi ben visibili sui citofoni all’ingresso.
E affitti dall’ammontare tra il surreale e il risibile: tra i 5 e i 15 euro al mese. Una vicenda raccontata da il Giornale che parla di contratti «esentati dal pagamento della corrente elettrica, dell’acqua e della spazzatura». Non basta. Gli affittuari avrebbero a disposizione i giardini per le loro feste private.
Case assegnate dalla fine degli anni Novanta nella zona del bosco vecchio del parco, circa 3 chilometri per 120 ettari di superficie. Sulla vicenda, è sempre il Giornale a riferirlo, è in corso un’inchiesta della Corte dei Conti campana condotta dal pm Ferruccio Capalbo.
I sindacati contro il direttore «stakanovista»
Nei giorni scorsi della Reggia si è parlato molto per via del caso sollevato dai sindacati che hanno «accusato» il neo direttore, il bolognese Mauro Felicori, di stare in ufficio oltre al canonico orario di lavoro. Le sigle — il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, si è schierata però subito dalla sua parte e il premier Renzi ha tuonato «la pacchia è finita» — spiegavano che il loro grido d’allarme è stato lanciato per la sua stessa incolumità:
«Se lui lavora fino a tardi nel suo ufficio, quella parte della Reggia non si può blindare, col rischio che qualche malintenzionato possa penetrare e magari prenderlo in ostaggio...». La risposta era stata questa:«Ma per piacere, facciamola finita. In ostaggio, qui, c’è solo l’interesse generale del sistema Campania».
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