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QUANDO IL PARADISO DIVENTA UNA PRIGIONE: “NIENTE PIÙ VOLI DALLA THAILANDIA PER L’EUROPA” - 3MILA EUROPEI SI SONO AFFOLLATI IN AEROPORTO IL PRIMO APRILE PER TENTARE DI PRENDERE IL VOLO IN PARTENZA PER FRANCOFORTE, L’ULTIMO DISPONIBILE - A PHUKET È STATO PROCLAMATO IL COPRIFUOCO NOTTURNO DALLE 20 ALLE 3 NOTTE, LE ORE DEL PECCATO. IL ''BANGKOK POST'': “LA THAILANDIA DEL COVID 19 NON È PIÙ SEXY”

MARCO MORETTI per lastampa.it

 

 

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Ieri, mercoledì 1 aprile, il TG920 per Francoforte, Il dramma degli italiani bloccati in Thailandia: «Niente più voli per l'Europa» che cercavano di tornare a casa dopo che lo stato di emergenza aveva chiuso bar, ristoranti, negozi, centri massaggio, bordelli, mercati e shopping centre di Bangkok. E aveva vietato gli spostamenti con una marea di check point militari, imponendo anche ai circa 100.000 turisti stranieri (tra cui molti italiani) rimasti in Thailandia di non muoversi da dove si trovano, se non per emergenze o per raggiungere l’aeroporto internazionale. La coda usciva dal terminal e il caos era tale che il volo è partito con 5 ore e mezza di ritardo, lasciando a terra il 90 per cento degli aspiranti passeggeri.

 

Thai Airways, sull’orlo del fallimento, non è più il fiore all’occhiello del turismo Thai e della sua pluridecennale affidabilità. Da oggi ha sospeso tutti i voli internazionali fino al 1° giugno (per l’Italia fino a ottobre), lasciando a terra migliaia di passeggeri, tra cui il sottoscritto, in cambio di un ritorno open fino al 15 dicembre: per chi compra il biglietto di un’altra aerolinea (trovarlo prima del 20 aprile, anche a prezzi astronomici, è impossibile) si trasforma in un voucher utilizzabile entro un anno dell’emissione.

 

 

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La situazione è pesante per chi si trova a Bangkok e in altre città, dove l’invito è a stare in albergo, ma si può ancora andare in giro tra strade con negozi e ristoranti chiusi o autorizzati solo a vendere cibo take away. Pesante anche a Phuket, la grande isola trasformata nel maggiore centro balneare del Paese, dove a seguito di qualche decina di casi nel quartiere a luci rosse di Patong, l’isola è stata blindata: non si entra nè si esce via terra, si può ancora volar via fino al 10 aprile, poi anche l’aeroporto sarà chiuso fino al 30 aprile, termine (salvo proroghe) dello stato d’emergenza in Thailandia. A Phuket è stato anche proclamato il coprifuoco notturno dalle 20 alle 3 notte, le ore del peccato: La Thailandia del Covid 19 non è più sexy» titolava un articolo di ieri sul Bangkok Post.

 

Migliore la situazione per chi si trova sulle isolette, dove i turisti possono restare nei resort che devono anche sfamarli: parliamo di bungalow economici (da 8 a 15 euro a notte per una coppia, e 2 o 3 euro per un pasto), quelli di lusso usati dai viaggi organizzati sono vuoti e chiusi da tempo. Sono isole in cui da oltre una settimana non può più entrare nessuno, occidentale o thai che sia. Sono quindi un rifugio abbastanza sicuro dal Covid 19, che comunque in Thailandia è stato contenuto fino a inizio marzo, anche grazie a un uso totale di mascherine e massiccio di disinfettanti fin da gennaio, per poi impennarsi ai 1800 casi di oggi, comunque 60 volte meno dell’Italia.

 

persone in coda per comprare mascherine a bangkok, thailandia

Tutti gli italiani che ho sentito si sono registrati sul sito dell’ambasciata che rilascia lettere di garanzia per estendere i visti, ma di voli di emergenza italiani non se ne parla. Ci sono dei rescue flight svizzeri e tedeschi che, a caro prezzo, trasportano anche cittadini di altri Paesi UE. Quelli economici come Aeroflot si sono rivelati delle truffe: Paola e Gert, una coppia italo-tedesca aveva acquistato il volo Aeroflot del 29 marzo per Roma via Mosca, sono stati lasciati a terra al check-in, insieme ad altri europei col biglietto pagato e confermato, dalla compagnia per imbarcare cittadini russi senza prenotazione. Stile si salvi chi può! Il confronto tra i voli programmati e quelli decollati, sul sito del Suvarnabhumi Airport, sembra una battaglia navale con metà degli aerei spariti dai tabelloni.

 

 

Con i confini chiusi e l’impossibiità dei visa run (rinnovo del visto in pochi minuti in un posto di frontiera), il problema di molti europei qui è però quello di come restare legalmente, non di come tornare. In Thailandia vivono, e soprattutto svernano, migliaia di nostri arzilli pensionati. Ci ha pensato l’immigration Thai con prolungamento ed emissione in loco dei visti turistici e con la cancellazione della black list per chi sfora il visto. Ma tutto tra caos sudaticcio e un mare di incertezza.