FLASH! - FERMI TUTTI: NON E' VERO CHE LA MELONA NON CONTA NIENTE AL PUNTO DI ESSERE RELEGATA…
Sandro De Riccardis per “la Repubblica”
La busta appena aperta nasconde, dentro una custodia di dvd, sei spinelli di marijuana già confezionati, avvolti in una lettera scritta a mano. «Spero che i panini ti piacciano, perché con questi ci saziamo — scrive il mittente, ovviamente anonimo — . Buon appetito! ».
La busta è solo una delle decine di spedizioni, tutte sotto i due chili e mezzo, che arrivano ogni giorno a Linate con piccole dosi di droga, e che fanno dell’aeroporto milanese l’hub europeo dello spaccio on line. Cocaina, marijuana, hashish, ecstasy, anfetamine, funghi.
Un flusso quotidiano di decine di dosi custodite in buste, plichi, pacchettini all’apparenza innocui, e che invece contribuiscono a formare la più grande piazza di transito dello spaccio in Europa. Una pioggia di droga che in buona parte (quasi l’80%) viene intercettata ogni giorno dai militari della compagnia Linate della Guardia di Finanza di Milano: pastiglie, erba, cristalli, polveri, piantine, francobolli, sigarette. Dosi acquistate on line, che partono dal nord Europa e finiscono a Linate, destinate a ogni angolo del Paese. Da Aosta alla Sicilia.
I voli arrivano a Milano dal martedì al venerdì. E riversano negli hangar del “magazzino di temporanea custodia” di Linate, plichi senza mittente e con destinatari che quasi mai esistono o corrispondono alla persona che ha ordinato lo stupefacente. La droga è mimetizzata nelle oltre 4mila tonnellate di posta annua che arriva in aeroporto, che impegna, giorno dopo giorno, una squadra di finanzieri che va a caccia, con i cani addestrati, di un nemico quasi invisibile.
Ogni volta che Bacio, il labrador di tre anni, scorge la preda, inizia a grattare freneticamente sulla confezione. Il pacco viene isolato, ed è aperto solo dopo l’autorizzazione del pm di turno. Senza Bacio, nessuno sospetterebbe di queste anonime spedizioni. La droga è sempre nascosta in maniera accurata: sottovuoto, per non far sentire gli odori; in custodie rigide o con cuscinetti d’aria per non far notare nulla all’esterno; avvolta in fogli schermati che non la rendono rilevabile ai raggi x.
«È come cercare tanti singoli aghi in un immenso pagliaio — dice il capitano Dario Ridolfo, comandante della compagnia Linate della Gdf — . Un lavoro che però alla fine dà i suoi frutti». In un anno e mezzo, dal novembre 2013 allo scorso aprile, sono state sequestrate 12.310 spedizioni contenenti droga: 683 al mese, 42 al giorno, con punte di oltre cento. Per un totale di oltre 35 chili di stupefacente.
«La maggior parte dei sequestri riguardano l’Olanda con una prevalenza di droghe sintetiche — dice il colonnello Ugo Poggi, comandante del Gruppo Milano della Guardia di Finanza — . Stupisce la diffusione massiccia di metanfetamine e crack. Droghe sintetiche più dannose di coca ed eroina».
Centinaia di piccole confezioni di veleno finiscono ai quattro angoli del Paese, tracciando non solo le rotte del consumo in Italia, ma anche i ritratti di tanti piccoli consumatori abituali. Le storie accumulate dagli investigatori, attraverso perquisizioni e controlli, sono tante.
C’è il caso — in un piccolo centro della Lombardia — di un giovane che di fronte alla visita dei militari ammette di essere un tossicodipendente. «Acquisto sempre on line — ha detto — ma solo per uso personale ». Un’indagine partita da Linate è approdata, invece, a casa di un ragazzo di Bari, che aveva l’indirizzo stampato su spedizioni settimanali di semi di marijuana. Nella sua villetta, la Finanza ha trovato il classico kit dello spacciatore: bilancino, bustine, una decina di piante, contanti. A Torino, le forze dell’ordine hanno sequestrato ecstasy e coca a casa di un acquirente, e neanche 48 ore dopo, un altro piccolo carico è arrivato dall’Olanda a Linate per lo stesso indirizzo.
I più furbi, però non si fanno incastrare facilmente. C’è chi indica il civico di un condominio vicino a quello dove vive, e prende in prestito la casella postale di un anziano o di un appartamento sfitto. In un caso, un acquirente ha scritto sulla casella postale le iniziali della fidanzata, e ha usato on line le stesse iniziali della ragazza, ma con nome e cognome finto.
Il rischio resta minimo. Invece di andare in piazzetta, ai Murazzi o sui Navigli, invece di fare trenta chilometri dal paesino sperduto fino al capoluogo, chi acquista su internet deve solo scegliere sostanza, quantità e forma di pagamento. Fino a poco tempo fa funzionavano le carte prepagate. Con l’avvento dei bitcoin, la moneta virtuale che non lascia tracce in rete, ordinare su internet è diventato ancora più sicuro. Poi si deve solo aspettare. Sperando di non farsi beccare a Linate.
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