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Giovanni Caprara per Il Corriere della Sera
Burian soffierà sempre più impietoso portando dalla Siberia vento gelido e neve persino nella Pianura Padana e sulle regioni centrali della Penisola. Burian, oppure Buran che vuol dire «palla di neve», è il nome che caratterizza questo fenomeno abbastanza raro. «È eccezionale - spiega Massimiliano Pasqui dell' Istituto di biometeorologia del Cnr - perché per manifestarsi ha bisogno di varie e particolari condizioni atmosferiche che devono agire contemporaneamente».
Le cause scatenanti di Burian sono almeno due. La prima è un surriscaldamento improvviso degli strati più elevati della stratosfera, oltre i 13 chilometri d' altezza, come è accaduto intorno al 13 febbraio. Purtroppo il balzo di temperatura in quota è stato accompagnato da un indebolimento e conseguente divisione del tradizionale vortice polare che si è spezzato in due cicloni minori la cui azione ha raggiunto latitudini più basse. I rispettivi vertici di rotazione stazionavano nel nord del Canada e sull' alta penisola scandinava. La combinazione dei due fatti ha favorito la discesa di masse d' aria più fredda dal Nord e dal Nord-Est.
«È un fatto raro - sottolinea Pasqui -, le ultime occasioni in cui si è registrato risalgono al 2010 e al 2012. Purtroppo a inquietarci sono le conseguenze negative che potrebbero continuare anche oltre la fase acuta del fenomeno». Questa è prevista tra domenica e l' inizio della settimana prossima con tem-perature diurne di alcuni gradi sotto zero, minime notturne anche a meno dieci gradi e, appunto, la neve anche in pianura. Ma poi potrebbe essere necessaria qualche settimana per un ritorno alla normalità perché l' atmosfera ha bisogno di tempo per riconquistare l' equilibrio perduto e alterato su più fronti e su grande scala planetaria.
La situazione del surriscaldamento della troposfera produttrice delle massa d' aria gelida sembrerebbe contraddire la diffusione di un riscaldamento climatico globale. «In realtà non è così - precisa Pasqui - perché i meccanismi del riscaldamento ambientale prevedono effetti di questa natura che non modificano la tendenza ormai evidente. Ciò che succede, infatti, rientra nei fenomeni di estremizzazione che periodicamente siamo costretti a subire». C' è però una speranza.
L' Italia si colloca ai confini della zona interessata che ha il fulcro nel centro Europa e quindi potrebbero verificarsi delle attenuazioni nelle quali tutti speriamo.
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