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“SONO CONTRO LA GUERRA IN UCRAINA: DIRE ALLA PATRIA CHE HA TORTO, QUESTO SIGNIFICA ESSERE DEI VERI PATRIOTI” - CHI È LA CANTANTE STAR RUSSA ALLA PUGACHEVA CHE ONLINE HA PIÙ SEGUITO DI PUTIN, E IMBARAZZA IL CREMLINO PER LE SUE POSIZIONI CRITICHE SUL CONFLITTO CON KIEV - MUSICISTA E ATTRICE, HA LASCIATO LA RUSSIA E VIVE IN ESILIO – “ESISTE UNA COSA CHE SI CHIAMA COSCIENZA, E VALE PIÙ DELLA FAMA E DEL LUSSO. NON SI PUÒ TACERE” - VIDEO
Marco Imarisio per corriere.it - Estratti
«Leonid Breznev, esponente politico vissuto all’epoca di Alla Pugacheva». La barzelletta che circolava nell’Unione sovietica della stagnazione forse vale anche oggi, basta scambiare i nomi del vecchio Capo con quello nuovo. È sempre difficile spiegare in modo razionale cosa significa per i russi la figura della loro «Primadonna», questo il soprannome ufficiale dell’artista, cantante, attrice e presentatrice, e l’aura di affetto che la circonda e la rende quasi intoccabile.
Correva l’anno 1978. La giovane Alla vinse il primo premio dell’Intervisione, il contest musicale che era la risposta sovietica a Eurovision, e da allora cominciò una storia d’amore popolare che non sembra finire mai.
Pugacheva superava nei sondaggi di popolarità Breznev e Gorbaciov e Eltsin, e probabilmente, se qualcuno osasse fare un vero sondaggio, darebbe filo da torcere anche a Vladimir Putin.
La caduta in disgrazia, l’emigrazione in Israele, e la cancellazione dal campo mediatico dopo l’inizio della guerra in Ucraina, che lei ha condannato senza riserve insieme al suo giovane marito Maksim Galkin, tra i comici e conduttori televisivi più famosi, non hanno cambiato nulla.
«Non voglio dilungarmi troppo su questo. La guerra è un orrore. Tutti sanno che sono contro la guerra, e penso che il mio Paese ne abbia sofferto molto, anche se in primo luogo, ne soffre soprattutto l’Ucraina». «Sono andata via perché non voglio finire la mia vita sotto lo stalinismo. Ci sono nata e cresciuta, e anche allora c’erano solo divieti e nessuna libertà. Quando morì Stalin, fecero vedere alla televisione solo gente in lacrime, ma in realtà fu una vera festa…». «Ho sempre detto che avrei lasciato la mia patria solo se fosse stata lei a tradirmi. E con la guerra, lo ha fatto».
«Non potevo rimanere in silenzio, anche se sapevo come poteva finire. Esiste una cosa che si chiama coscienza, e vale più della fama e del lusso, soprattutto alla mia età, quando pensi a quello che hai fatto e come ti sei comportata nella vita. Io e mio marito non potevamo tacere». «Dire alla patria che ha torto, questo significa essere dei veri patrioti».
A oggi, i numeri sono questi. La famosa intervista di Putin concessa a Tucker Carlson, pubblicata in cinque lingue, è stata «vista» o letta da 21 milioni di persone. La prima intervista di Alla Pugacheva dall’inizio della guerra in Ucraina, pubblicata solo in russo, della durata di oltre tre ore, è stata vista da quasi 24 milioni di persone.
Sui media ufficiali di ogni ordine e grado, non ne ha parlato quasi nessuno, se non per criticare l’artista. Ma in Russia ne stanno parlando tutti, a due settimane dalla sua pubblicazione, sul canale Youtube di Katerina Gordeeva, una delle più note giornaliste dissidenti russe, anche lei in esilio. Come un sasso nello stagno, che produce cerchi concentrici sempre più larghi.
Uno di questi riguarda Shaman, la nuova stella della canzone russa, putiniano di ferro che sabato scorso in quel di Mosca ha preso parte alla prima edizione del rinato Intervision, risorto dalle ceneri dove era stato sepolto dopo una disgraziata edizione nella Polonia scossa dagli scioperi degli operai guidati da Solidarnosc e la conseguente introduzione della legge marziale.
(…) Pugacheva non parla mai della guerra in Ucraina e non critica apertamente Putin, raccontando di averlo sostenuto nei suoi primissimi anni al potere, ma di aver però cominciato a nutrire dubbi sulla sua persona vedendo come si comportò durante la tragedia del sottomarino Kursk.
Eppure, con il suo messaggio, demolisce anni di propaganda, chiama le cose con il loro nome, mettendo così in imbarazzo il Cremlino, alle prese con l’eterno dilemma se inserire anche «la più amata» nell’elenco dei reprobi, ovvero gli agenti stranieri.
Certo, lei può permetterselo. Ma per dire certe cose, ci vuol comunque un fisico bestiale, per usare un giro di parole. Ai sostenitori della tesi che i russi sono tutti uguali, o peggio, bisognerebbe ricordare che esistono anche persone come Alina Pugacheva. E che in molti la pensano come lei, anche se non possono far sentire la loro voce.
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