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È FINITA LA PACCHIA PER I "DATORI DI LIVORE" - LA CONSULTA HA DICHIARATO INCOSTITUZIONALE IL TETTO DI SEI MENSILITÀ DELLA RETRIBUZIONE IMPOSTO DALLA LEGGE COME RISARCIMENTO AL LAVORATORE IN CASO DI LICENZIAMENTO ILLEGITTIMO NELLE PICCOLE IMPRESE FINO A 15 DIPENDENTI: PER I GIUDICI NON VALE LA RATIO PER CUI TUTTE LE PICCOLE IMPRESE SONO ECONOMICAMENTE FRAGILI - SONO SERVITI I GIUDICI A SALVARE IL CULO AGLI ITALIANI CHE NON SI SONO PRESENTATI A VOTARE AL REFERENDUM: L’ABOLIZIONE DEL TETTO ERA PROPRIO UNO DEI QUESITI…
Estratto dell’articolo di Enrico Marro per il “Corriere della Sera”
corte costituzionale magistrati
A meno di un mese e mezzo dai falliti referendum sul lavoro promossi dalla Cgil, la Corte Costituzionale, con una sentenza depositata ieri, ha dichiarato incostituzionale il tetto di sei mensilità della retribuzione imposto dalla legge come risarcimento al lavoratore in caso di licenziamento illegittimo nelle piccole imprese (fino a 15 dipendenti). Che poi era proprio uno dei temi dei quesiti referendari, che chiedevano appunto di abrogare il tetto all’indennizzo.
Quesiti che però non hanno prodotto alcun effetto perché l’8 e il 9 giugno scorsi sono andati al voto meno di un terzo degli aventi diritto e quindi non si è raggiunto il quorum (50% più uno) necessario a dare validità al risultato. Per la Cgil e i partiti di sinistra la sentenza è stata quindi una sorta di rivincita.
Secondo la Consulta, il limite massimo di sei stipendi, «fisso e insuperabile, a prescindere dalla gravità del vizio del licenziamento», previsto dal decreto legislativo 23 del 2015 (il cosiddetto Jobs act del governo Renzi) , «fa sì - si legge in una nota della Corte - che l’ammontare dell’indennità sia circoscritto entro una forbice così esigua da non consentire al giudice di rispettare i criteri di personalizzazione, adeguatezza e congruità del risarcimento del danno sofferto dal lavoratore illegittimamente licenziato».
Non solo. I giudici costituzionali sottolineano anche che un indennizzo così basso fa venire meno «la funzione deterrente della stessa indennità nei confronti del datore di lavoro».
Tanto più che nelle piccole imprese il risarcimento è l’unico scudo contro i licenziamenti arbitrari.
[…] i giudici fanno osservare che possono esserci anche aziende con pochi dipendenti ma di grande successo, per le quali non vale quindi la ratio all’origine della norma, ovvero la necessità di proteggere le piccole aziende, di cui si dava per scontata la fragilità economica.
Esulta il leader della Cgil, Maurizio Landini: «La Corte Costituzionale ha giudicato incostituzionale mantenere il tetto.
È esattamente la richiesta che facevamo noi con il referendum». Soddisfatti anche i partiti di sinistra che avevano fatto campagna per il «sì» ai referendum abrogativi. […]
È allarmata, invece, Unimprese, che osserva come in Italia ci siano «4,1 milioni di microimprese (ossia aziende con meno di 10 dipendenti), che impiegano circa 7,7 milioni di lavoratori». Queste piccole aziende, continua l’associazione, dopo questa sentenza, corrono il rischio di dover fronteggiare indennizzi pari a «12-18 mensilità di retribuzione, pari in media a 30-40mila euro». […]
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