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(ANSA) - Carol Leigh, l'attivista di San Francisco che alla fine degli anni Settanta coniò il termine "sex worker" (lavoratrice o lavoratore del sesso) e che per decenni si è battuta per migliorare le condizioni delle prostitute, è morta di cancro a 71 anni. Lo ha reso noto il 'San Francisco Chronicle'.
Leigh, ex prostituta, è stata in prima linea nelle campagne a favore di chi "lavorava nell'industria del sesso" , un termine da lei coniato come titolo per un discorso a un congresso femminista anti-pornografia nel 1978. Il termine è poi entrato nell'uso comune tra le autorità sanitarie e negli ambienti accademici. "Carol definì la prostituzione come un lavoro, non un crimine né un peccato", ha affermato Kate Marquez, la sua esecutrice testamentaria: "Un lavoro fatto da un milione di persone in questo paese che sono stigmatizzate e criminalizzate per cercare di sostenere le proprie famiglie", ha aggiunto.
Newyorchese di origine, Leigh aveva una laurea in scrittura creativa. Si era trasferita a San Francisco nel 1977 dove aveva iniziato a prostituirsi per sbarcare il lunario. Aveva smesso dopo essere stata stuprata da due uomini in un bordello. Carol non aveva potuto fare denuncia perché il suo luogo di lavoro sarebbe stato chiuso.
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