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L'ITALIA È UNA BARZELLETTA - È ANCORA ONLINE LA PIATTAFORMA ATTRAVERSO LA QUALE È POSSIBILE SPIARE GLI ESTRANEI PENETRANDO NEI LORO SISTEMI DI VIDEOSORVEGLIANZA INSTALLATI NELLE ABITAZIONI, NEGLI STUDI MEDICI E NEI CENTRI ESTETICI - IL MOTIVO? LA PIATTAFORMA PUO' ESSERE OSCURATA SOLO DOPO GLI ACCERTAMENTI DELLA PROCURA DI VENEZIA, OPERAZIONE CHE RICHIEDE DEL TEMPO (CHE ASPETTANO?) - IL SITO E' STATO SCOPERTO DALL'AZIENDA INFORMATICA YARIX, DOPO LO SCANDALO CHE HA TRAVOLTO STEFANO DE MARTINO E CAROLINE TRONELLI...
(ANSA) - E' ancora operativa la piattaforma web attraverso la quale è possibile accedere, previo abbonamento, ad una nutrita serie di immagini riprese da videocamere private installate in abitazioni, centri medici e studi di estetista in Italia e all'estero, e portata ieri alla luce da un'azienda della cybersicurezza di Treviso.
Il provvedimento di oscuramento, è stato spiegato, può avvenire solo dopo gli accertamenti della Procura distrettuale di Venezia, operazione che richiede un certo tempo e che potrebbe essere appesantita dagli ulteriori indizi emersi nelle ore successive, affidati alla Polizia postale del Veneto.
Yarix, l'azienda informatica trevigiana controllata al 55% dal gruppo toscano Var Group, nella sua ricerca ha infatti individuato altri "servizi" via web operativi con lo stesso schema, benché non così ricchi di contenuti come quello inizialmente scoperto, e che dovranno essere ugualmente portati all'attenzione degli investigatori.
L'attività di Yarix era stata innescata da una richiesta di collaborazione giornalistica di una società editoriale che si sta occupando del caso di Stefano De Martino, il conduttore televisivo rimasto vittima, assieme alla fidanzata, di un'intrusione nel cloud del proprio sistema di videosorveglianza domestica.
A parte il caso specifico, ad oggi non è ancora possibile ricostruire a chi appartengano le videocamere hackerate presenti nel menu del portale, ma non è escluso che qualcuna tra le persone spiate, scoprendo intrusioni, possa decidere di segnalare il fatto alla Polizia.
Comprenderlo non è facile, in realtà, a meno di avere una certa dimestichezza con le reti informatiche, soprattutto perchè si tratta quasi sempre di impianti installati per proprio conto seguendo le istruzioni dei kit acquistati in negozi della Grande distribuzione. Spesso, tuttavia, le app attraverso le quali si visualizzano da remoto i locali sorvegliati forniscono la possibilità di individuare eventuali ingressi di terzi non autorizzati, e questo di per sé potrebbe essere fonte di sospetto.
Il "cavallo di Troia" che ha consentito agli intrusi di accedere alle reti domestiche è comune un po' a tutte le vittime e sta nella carenza di accorgimenti in autotutela adottati per proteggere il sistema, a cominciare dall'uso di password banali, senza doppia autenticazione e senza effettuare gli aggiornamenti periodici dei firmware proposti dai produttori.
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