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“È UN PEDOFILO, UN PREDATORE” – I COMMENTI AI VIDEO PUBBLICATI DA VINCENT PLICCHI, IL 23ENNE CHE SI È SUICIDATO IN DIRETTA DAVANTI AI SUOI FOLLOWER – A FARGLI COMPIERE IL GESTO SAREBBE STATA L’ONDATA DI INSULTI RICEVUTA SU INTERNET: DUE RAGAZZI TURCHI AVREBBERO PRIMA CONFEZIONATO FALSE ACCUSE DI PEDOFILIA NEI SUOI CONFRONTI (AVREBBE FLIRTATO CON UNA 17ENNE) E POI “ARRUOLATO” ALTRI UTENTI DEI SOCIAL PER INFAMARLO: “PREDATORE”, “ADESCATORE DI MINORENNI”, “LO SAI CHE LUI È UN PEDOFILO VERO?”
Estratto dell’articolo di Giuseppe Baldessarro per “La Repubblica”
Prima di arrivare all’ipotesi di istigazione al suicidio, dando così corpo allo spettro che aleggia sulla morte di Vincent, la procura ha aperto un fascicolo “conoscitivo”, senza titoli di reato e contro ignoti. La magistratura si sta muovendo sulla base della prima informativa dei carabinieri, ma è probabile che già nelle prossime ore si arrivi a definire meglio il contesto nel quale Vincent Plicchi, tiktoker e cosplayer bolognese, abbia deciso di togliersi la vita lunedì scorso.
Solo dopo le denunce del popolo del web, si potrebbe arrivare a mettere in piedi le accuse di istigazione al suicidio o morte a seguito di altro reato. Su una cosa non ha dubbi il padre di Vincent, l’imprenditore Matteo Plicchi: «È stato vittima di cyberbullismo», di una campagna social alimentata dal sospetto che dietro la maschera di “Inquisitor Ghost” ci fosse un pedofilo.
I carabinieri hanno in mano le memorie dei dispositivi elettronici del 23enne e stanno indagando su diverse piattaforme. Da questo punto di vista decisiva è stata la collaborazione del padre di Vincent che ha consegnato agli investigatori diversi profili social dei presunti “aggressori”. Plicchi avrebbe scoperto, grazie all’aiuto di alcuni amici e follower del figlio, l’origine delle bugie costruite contro di lui.
Alla base ci sarebbe una giovane coppia di ragazzi turchi che, dopo aver confezionato le false accuse di pedofilia nei suoi confronti (avrebbe flirtato con una 17enne, che a lui si era presentata come maggiorenne), hanno poi “arruolato” altri frequentatori italiani dei social col compito di rilanciare le accuse: «Predatore», «adescatore di minorenni», «lo sai che lui è un pedofilo vero?».
La gogna partita 15 giorni fa ha prima allontanato dal web e poi travolto Vincent. Lunedì sera, quando ha probabilmente riacceso il computer, il ragazzo ha visto la sua credibilità finire in frantumi. I carabinieri stanno tentando di risalire ai profili che lo hanno “attaccato”, operazione svolta senza abbandonare le indagini più tradizionali. Da una parte le tecnologie, dall’altra le testimonianze degli amici, dei familiari, della sua ragazza e dei colleghi di lavoro.
[…] Rimbalzano da un social all’altro le conversazioni con chi lo vuole mettere in guardia su quel che sta accadendo: «Un pedofilo io di sicuro non lo sono, ho una sorella di 13 anni e dei fratellini, io sono sempre gentile con tutti». […] Una pioggia di fango contro Vincent. Difendersi diventa per lui impossibile. Il 23enne, pochi giorni dopo, sceglie una via d’uscita che è un addio al mondo online e ai suoi cari, quelli reali […]
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