DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Valerio Cappelli per il “Corriere della Sera”
Il pubblico chiede il bis alzandosi in piedi e Antonio Pappano, rompendo le consuetudini, suona con la genialità imprevedibile di Martha Argerich un frammento di Ravel per pianoforte a quattro mani.
C' è la voglia di «giocare» e di teatralizzare la musica, unendo passione e talento; c' è il ritorno dell' Orchestra di Santa Cecilia negli Stati Uniti dopo 48 anni; c' è la prima volta di Pappano alla Carnegie Hall, dove recupera le sue radici.
L' uomo dei tre mondi è nato a Londra, ha passato la sua prima giovinezza a Bridgeport, Connecticut, e poi Roma.
«Mia sorellina Incoronata morì a otto mesi, quella fu una delle spinte a partire per l' America, dove viveva una mia zia. Mio padre sognava una carriera di cantante.
Qui riunimmo la famiglia campana, e ho capito che la musica era la mia strada nell' incontro con la maestra Norma Verrilli. Fu lei a vedere le mie possibilità, ad allargare i miei orizzonti.
Non avevo idea di dirigere all' inizio». Pappano, il musicista istintivo che viene da una famiglia umile (il padre serviva ai tavoli e insegnava canto) non si è formato nelle accademie, poi trovò l' America in Europa: Bruxelles, Londra, Santa Cecilia.
A New York torna da vincitore. Ecco la madre di Pappano, Carmela Maria: «Mio figlio mi ha detto che grazie alla musica ha una seconda famiglia a Roma».
E lui: «Il successo del concerto l' ha sorpresa, la cosa più importante per lei è presentarmi le sue amiche di Bridgeport, mi spiace solo che papà non ci sia più, l' orgoglio è tutto per le persone anziane, bisogna rispettarle.
Oggi il cerchio si è chiuso». Vennero i periodi alla New York City Opera, a San Diego e a Chicago; l' incontro con Bernstein («mi propose come assistente per La Bohème che fece a Santa Cecilia, all' epoca lavoravo per Barenboim e la cosa non andò in porto») e con Joan Sutherland («non faceva trapelare mai lo sforzo fisico»).
Prima del concerto «sold out», Pappano si rivolge agli «American Friends», la nuova fonte di sostegno privato alla Fondazione che storicamente rappresenta la musica a Roma.
ANTONIO PAPPANO ALLE CARNEGIE HALL 4
Continua il processo di internazionalizzazione (ha diretto concerti in 90 città negli ultimi cinque anni), anche attraverso il fund raising. In dieci minuti riassume la storia antica dell' Accademia agli investitori stranieri con l' assegno pronto, mentre tre prime parti dell' orchestra, Parazzoli, Gonzalez-Monjas e Piovano, suonano preziosi strumenti che si potranno ascoltare in stagione.
C' è anche Nanni Moretti, a New York per un omaggio ai suoi film. «Conoscevo il suo volto, del cinema italiano vorrei saperne di più. A casa nostra ogni 25 dicembre dovevamo vedere Il padrino di Coppola, che non è molto natalizio.
Nel mio mondo musicale, tragico e nevrotico, al cinema cerco l' evasione delle commedie americane, sennò non avrei tregua».
Back to the Usa: il vecchio e il nuovo, Respighi che catturò l' essenza di Roma nei colori, nelle luci e nei luoghi, e la rilettura del mito di Orfeo compiuta da Salvatore Sciarrino, con la voce della carismatica Barbara Hannigan.
Al centro incombe la Sesta Sinfonia di Mahler: gli abbandoni e le fanfare apocalittiche, la cattedrale severa dove l' orchestra sfoggia tutta la sua ricchezza timbrica.
Pappano, sul podio non più a mani nude, torna a dirigere con la bacchetta: «La sentivo come un impiccio, mi è venuta una necessità tattile e per la prima volta mi sento a mio agio, mi dà libertà».
C' è l' energia, la responsabilità e la volontà di fare le cose, c' è il senso di appartenenza. Il presidente Michele Dall' Ongaro: «È quasi un ritorno a casa, in questo Paese in cui sono cresciute alcune delle migliori orchestre del mondo».
Così Pappano a braccetto della madre esce da quel teatro così ricco di passato che si chiama Carnegie Hall, a due passi dalle prime foglie autunnali di Central Park.
ANTONIO PAPPANO ALLE CARNEGIE HALL 3ANTONIO PAPPANO ALLE CARNEGIE HALL 2ANTONIO PAPPANO ALLE CARNEGIE HALL
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