DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Estratto dell’articolo di Enrica Roddolo per il “Corriere della Sera”
vittorio emanuele di savoia marina doria emanuele filiberto
«È un’ora dura sì, si piangono i morti ma bisogna prendersi cura dei vivi, di mia madre che è inconsolabile perché ha perso l’amore, l’uomo della vita. Si erano innamorati da ragazzi a Ginevra ma si erano conosciuti sin da bambini a 12 anni.[…]», dice Emanuele Filiberto di Savoia raggiunto al telefono dal Corriere, a Ginevra, mentre in queste ore su di lui ricade la responsabilità di tutto. Il funerale, il casato, la famiglia.
Come sono stati gli ultimi giorni del principe, suo padre? Chi c’era con lui in ospedale?
«Eravamo tutti in montagna nella nostra casa di Gstaad e poi una brutta infezione alla gamba di papà ha richiesto l’ospedalizzazione dove gli antibiotici hanno avuto effetto sull’infezione ma hanno indebolito il suo fisico, il suo cuore e gli organi vitali di un uomo di 87 anni. Giovedì sembrava già arrivata la fine, poi un’inattesa ripresa. Abbiamo avuto la benedizione di due giorni ancora con lui che anzi in quei giorni regalati dal cielo sembrava essersi ripreso.
vittorio emanuele di savoia e marina doria e il figlio emanuele filiberto 3
Generoso, simpatico con gli amici in visita, come sempre era lui. Ed eravamo con lui quando sabato mattina se n’è andato… C’è stata sempre mamma e c’ero io, molti amici cari in visita nelle lunghe tre settimane all’Hopital Cantonal di Ginevra… lo stesso dove era stato ricoverato fino alla fine mio nonno re Umberto II».
Cosa ricorda della fine del nonno, il re di maggio, il 18 marzo 1983. Per un cancro alle ossa curato prima a Londra e poi a Ginevra? «Li vorrei tutti attorno a me per dirmi addio», raccontò poi Maria José del suo desiderio sul letto di morte.
«All’epoca avevo credo 11 anni, ero stato con papà a trovarlo in ospedale due o tre volte quando l’avevano ricoverato a Ginevra ma poi quando arrivò la fine no. Papà disse che i bambini, i giovani hanno la vita davanti e non devono vedere in faccia la morte.
la gaffe di eugenio giani sui savoia davanti a emanuele filiberto e cesara buonamici 5
Così anche le mie figlie Vittoria e Luisa, legatissime al nonno, ho preferito restassero a Parigi e Londra, per ora… e poi avevamo appena festeggiato, tutti assieme riuniti a Gstaad, il compleanno di Vittoria a fine dicembre».
Vittoria e il nonno che ha aperto alla nipote la strada, un domani, della guida del casato, abolendo la legge Salica. Cosa si dicevano?
«Vittoria quando il nonno cambiò la legge di successione abolendo il divieto della guida femminile per Casa Savoia nel 2020 era rimasta davvero toccata, aveva capito il gesto e da allora ogni occasione di incontro con mio padre Vittorio Emanuele era lo spunto per chiedere, domandare sulla storia millenaria del casato. E papà che era un grande appassionato di storia iniziava a raccontare. […]».
emanuele filiberto a verissimo
Intanto ora il peso di quella Corona che non c’è più, di guida del Casato fondato da Umberto Biancamano, dei re d’Italia, è sulle sue spalle. Che cosa le pesa di più?
«È una grossa, enorme responsabilità ma mio padre specie in queste ultime settimane mi ha dato la forza, spero. E in quegli ultimi giorni in cui sembrava essersi ripreso abbiamo sempre parlato».
Di che cosa?
«Dei viaggi quand’ero piccolo con mamma e papà, di tutta la vita assieme».
Si sente il nuovo capo del Casato?
«Mi sento il nuovo capofamiglia prima di tutto, e alla guida di un Casato che quando nonno Umberto II morì era ridotto a 30 cavalieri dei nostri ordini dinastici. Poi papà è riuscito a portare i cavalieri a oltre tremila, e a ridare vigore all’attività degli Ordini dinastici. […] Ma adesso c’è il funerale da preparare».
Umberto fu sepolto ad Altacomba, Vittorio Emanuele aveva detto «Vorrei andare a Superga». Sarà così pur se c’è solo spazio per un’urna?
«Sì, papà ha sempre voluto che fosse così, la sua fine, lo ripeteva ed esaudirò questo suo ultimo desiderio. Anche se non è facile, alla messa attendiamo tanta gente, si potrà accedere solo su invito. Motivo per il quale il rito non sarà a Superga dove poi la famiglia stretta porterà la salma per il commiato finale, ma in Duomo a Torino. La camera ardente alla Venaria Reale, da venerdì nella cappella di Sant’Uberto per dar modo a quanti vogliono salutare papà Vittorio Emanuele di farlo». […]
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