DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Luigi Ferrarella per il “Corriere della Sera”
Passa in giudicato la «non sussistenza» della corruzione internazionale imputata a Eni in Nigeria nel 2011 dalla Procura della Repubblica di Milano, dopo che ieri la Procura generale ha detto no alla Nigeria che, quale parte offesa, le chiedeva di ricorrere in Cassazione contro l'assoluzione dei supposti intermediari Emeka Obi e Gianluca Di Nardo, decisa dalla Corte d'Appello il 24 giugno ribaltando la condanna di primo grado a 4 anni e 100 milioni di confisca.
L'ufficio rappresentante l'accusa in secondo grado si smarca quindi di nuovo dalla Procura dell'aggiunto Fabio De Pasquale e del pm Sergio Spadaro, e rimarca di «condividere le conclusioni della sentenza, peraltro conformi alla richiesta del pg delegato» Celestina Gravina, e di «non condividere» invece «il giudizio sulla rilevanza delle prove» che ad avviso dei legali della Nigeria, Lucio Lucia e Valentina Alberta, erano state «trascurate».
Anzi, motiva il proprio no il procuratore generale Francesca Nanni, non solo nell'assoluzione non c'è «alcuna erronea applicazione della legge», ma anzi «non si può dubitare che i manager Eni, così come gli intermediari, siano estranei alla condotta tipica del reato di corruzione».
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