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CHI HA “FABBRICATO” I VIDEO HOT CON IL VOLTO DI GIORGIA MELONI? A SASSARI È A PROCESSO IL 40ENNE ALESSIO SCUROSU, MA A CASA SUA LA POLIZIA POSTALE NON HA TROVATO ALCUN COMPUTER NÉ DISPOSITIVI DIGITALI, AD ECCEZIONE DI DUE TELEFONI CELLULARI. NEGLI SMARTPHONE, PERÒ, NON È STATA TROVATA TRACCIA DEI FILMATI, NÉ DI RIFERIMENTI AL PORTALE PORNOGRAFICO…
giorgia meloni - question time al senato - foto lapresse
(ANSA) - Non è stato trovato il computer con cui sarebbero stati modificati e poi pubblicati in un portale pornografico su internet, i video a luci rosse contraffatti inserendo il volto della premier, Giorgia Meloni, sul corpo delle attrici.
Al processo in corso al Tribunale di Sassari, che vede imputato il 40enne sassarese, Alessio Scurosu, questa mattina hanno deposto gli agenti della Polizia postale e un perito informatico che hanno svolto le indagini e gli accertamenti sulla vicenda.
I due agenti della Postale, uno in servizio a Roma, da dove nel 2020 sono partite le indagini, e uno del compartimento di Sassari, hanno spiegato alla giudice Monia Adami come sono arrivati a identificare e denunciare l'imputato. I
Giorgia Meloni - foto lapresse
l primo, rispondendo alle domande della pm Maria Paola Asara e degli avvocati Maria Giulia Marongiu (parte civile per Giorgia Meloni) e Marcello Serra (difensore di Scurosu), ha spiegato che dopo aver ricevuto la segnalazione della presenza del video su internet, hanno verificato e poi contattato i gestori del sito statunitense, recuperando gli indirizzi ip e lo username utilizzati dalla persona che aveva pubblicato i filmato.
Ai gestori del sito è stato anche chiesta e ottenuta la cancellazione dei video dai loro contenuti. Da quei pochi dati recuperati gli agenti sono risaliti all'utenza di Sassari, intestata alla mamma dell'imputato e hanno trasmetto gli atti alla polizia postale locale.
L'agente della polizia postale di Sassari ha invece descritto in aula la perquisizione fatta nell'appartamento dove Alessio Scurosu viveva con i genitori, spiegando che nella casa non è stato trovato nessun computer o altri dispositivi digitali, se non due telefoni cellulari che sono stati sequestrati.
Proprio i due telefoni sono stati analizzati a fondo dai periti informatici incaricati dalla Procura. Uno di loro ha testimoniato in aula, e ha spiegato che sui dispositivi controllati non è stata trovata traccia dei video, né riferimenti che portassero alla registrazione sul portale pornografico. Il perito ha anche detto che i video contraffatti erano stati realizzati con un software che, per l'epoca, era sicuramente altamente professionale. L'udienza è stata aggiornata al 23 settembre per sentire i testi di parte civile.
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