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È STATO FERMATO A BARCELLONA ANDREA CAVALLARI, IL RAGAZZO CONDANNATO A 11 ANNI PER LA STRAGE DI CORINALDO, LATITANTE DA DUE SETTIMANE: ERA EVASO DAL CARCERE DI BOLOGNA DOPO AVER OTTENUTO UN PERMESSO PER DISCUTERE LA TESI - SECONDO GLI INVESTIGATORI, IL RAGAZZO SI È LAUREATO SOLO PER POTER RICEVERE IL PERMESSO DI USCIRE E FUGGIRE - SI ERA PARLATO DI UNA POSSIBILE FUGA IN UCRAINA, DA DOVE PROVIENE LA MAMMA, O IN SUDAMERICA, E INVECE HA RAGGIUNTO LA CITTÀ SPAGNOLA. COME HA FATTO A NON FARSI BECCARE PRIMA? - ALLA FIDANZATA, PRIMA DELL'ARRESTO, DICEVA: "MI MANCA GIRARE ARMATO"
EVASO DOPO LA LAUREA, FERMATO A BARCELLONA
(ANSA) - BOLOGNA, 17 LUG - È stato catturato Andrea Cavallari, uno dei condannati per la strage di Corinaldo, evaso nei giorni scorsi dopo aver discusso la tesi di laurea all'Università di Bologna. Cavallari si trovava a Barcellona ed è stato fermato, in strada, nella tarda mattinata.
CORINALDO, ANDREA CAVALLARI È IN FUGA DA DUE SETTIMANE: LE IPOTESI UCRAINA E SUDAMERICA. QUANDO DICEVA: «COME MI MANCA GIRARE ARMATO»
Estratto dell'articolo di Alessandro Fulloni per il "Corriere della Sera"
La tesi sul diritto del lavoro e un voto di 92 punti su 110. Esito non disprezzabile, considerando che si parla, stando alle carte giudiziarie, di un criminale «privo di scrupoli» e laureato — nei tempi previsti e studiando in cella — in Scienze giuridiche, indirizzo consulenza d’impresa.
Ma alle 15 dello scorso 3 luglio, qualche ora dopo essere uscito dall’Università di Bologna e aver festeggiato a pranzo con i familiari, Andrea Cavallari, il 26enne modenese condannato per omicidio preterintenzionale a 11 anni e 10 mesi per la strage di Corinaldo, è sparito nel nulla. Dunque, è in fuga da due settimane esatte.
Gli investigatori della Penitenziaria che conducono l’indagine ne sono sempre più convinti: nessun dettaglio in quell’evasione è stato lasciato al caso. Pure la decisione di laurearsi sarebbe parte del piano. Sapendo che avrebbe avuto un permesso straordinario e senza agenti tra i piedi, si è costruito con costanza, esame dopo esame, l’occasione per scappare. E questo nonostante gli sconti di pena che avrebbe ottenuto di certo, data la buona condotta mostrata durante la detenzione.
«Lo stesso passo militare impiegato nello studio dei colpi nelle discoteche lo ha messo nell’impegno negli studi, finalizzato all’evasione» confida chi ha avuto a che fare con Andrea al carcere della Dozza.
Ma dove si è rintanato Cavallari? Originario di Bomporto, patria del Lambrusco, avrebbe raggiunto Ancona per volatilizzarsi imbarcandosi verso l’altra sponda dell’Adriatico. Da qui solo ipotesi: forse sarebbe in Ucraina, il Paese da cui proviene la madre.
Il patrigno, Marco Montanari, un commerciante che precisa di voler chiamare Andrea «il figliastro» pur avendolo cresciuto da quando aveva tre anni, suggerisce il Sudamerica, «posto in cui, se vuoi, scompari davvero».
Con sé, il fuggitivo aveva 300 euro, il regalo per la tesi che patrigno, mamma e nonna gli hanno consegnato al ristorante «The man and the sea» dove l’hanno visto armeggiare con un cellulare. A un certo punto Cavallari è stato raggiunto da due amici sui 35 anni e poi si è congedato dai suoi dicendo che avrebbe visto la sua fidanzata.
Una bugia. L’ultima volta che la ragazza lo incontrò — ha raccontato proprio lei agli investigatori che l’hanno rintracciata dove lavora, nell’Appennino modenese — fu un paio d’anni fa, quando la giovane andò a trovarlo in carcere. In seguito, a suo dire, non ci sarebbero stati più contatti. [...]
Lui non lo sapeva, ma i carabinieri gli stavano alle calcagna da tempo, indagando sulle razzie seriali — anche due a settimana — compiute nei locali notturni di tutta Italia prima dell’orrore alla Lanterna azzurra. La «cimice» piazzata nella sua auto lo ritrae come un criminale freddo, metodico, spietato nel programmare i colpi fuori dalle chiese per derubare le anziane e nei ritrovi che organizzavano feste per bimbi.
LA LOCANDINA DEL CONCERTO DI SFERA EBBASTA A CORINALDO
Alla sua fidanzata, confida: «È un po’ che non giro armato, mi manca girare armato: ti giuro, io prima giravo armato “a buco” (al massimo, ndr). Dentro la macchina c’erano una mazza da baseball e un piede di porco. Addosso avevo spray e taser, il taser era una specie di anello da mettere al dito: tu schiacciavi un bottone e faceva bzzz ... l’ho provato sull’autista che avevamo e faceva male “a buco”». [...]
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