IL “FATTO” BACCHETTA IL FILANTROPO MARCO PANNELLA: HA SPESO UNA VITA A FARE BATTAGLIE DI ALTE INTENZIONI, SU DIRITTI CIVILI E LEGALITÀ E POI DICE DI AVERE UN FIGLIO (O DUE) DI CUI NON SA NULLA E DI CUI NON S’È MAI INTERESSATO

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Pino Corrias per “il Fatto Quotidiano”

 

marco pannella fumamarco pannella fuma

Dedicandosi con festoso livore alle avventure del proprio corpo come fossero pertinenti alla storia del nostro Paese, Marco Pannella ci aggiorna di quando in quando sullo stato delle (sue) cose. Ci ha appena raccontato che forse nella sua eterna giovinezza generò un figlio, anzi due, dei quali non sa più nulla, forse stanno nel mondo, forse no, lui aveva altro da fare.

 

Bella rivelazione per un filantropo d’alte intenzioni e chiacchiere e battaglie tutte dedicate all’intera umanità – la fame, le pestilenze e le guerre nel mondo – da scordarsi di quel paio di esseri umani in carne e ossa che (forse) avrebbero dovuto riguardarlo. Questa piccola e triste storia sarebbe trascurabile se non contenesse un insegnamento prezioso.

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E non solo per gli ostinati estimatori del povero Pannella ridottosi a contendere a Emma Bonino persino il primato sulla sua brutta malattia. Ma perché ci insegna che non c’è metro migliore per giudicare un politico che conoscerne i comportamenti, assai più delle teorie. Le teorie si comprano dal tabacchino e si vendono da Barbara D’Urso. I comportamenti si dispiegano nei giorni, negli anni, mostrando agli altri di che pasta siamo fatti. A ogni bivio della vita.

 

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