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Dagotraduzione da France24.com
C'è una nuova generazione di attiviste in Francia, donne lesbiche che sulla scia del #MeToo stanno abbracciando il femminismo per denunciare secoli di oppressione maschile. Hanno ispirato una marcia ma anche innescato polemiche.
Domenica a Parigi migliaia di persone hanno partecipato a una marcia lesbica, la prima dal 1971, ispirata alle «Dyke March» statunitensi (marce di protesta delle lesbiche).
Le manifestanti hanno chiesto l'approvazione di una legge che consenta alle coppie lesbiche e alle donne single di accedere ai trattamenti per la fertilità. Tra le bandiere arcobaleno hanno sfilato anche l'attrice Adele Haenel, la regista Celine Sciamma e la politica Alice Coffin, tutt'e tre celebrate da numerosi striscioni e cartelli.
Adele Haenel è diventa un simbolo del movimento #MeToo in Francia quando ha denunciato le molestie subite tra i 12 e i 15 anni dal regista Christophe Ruggia. Mesi dopo contestò, al grido di «Vergogna», i premi Césars, gli Oscar francesi, per la decisione di premiare Roman Polanski come miglior regista nonostante la condanna per stupro (di una tredicenne).
Un gesto che ha raccolto l'adesione di molte donne, tra le quali la scrittrice francese Virginie Despentes, una delle più influenti e popolari femministe (lesbiche) francesi. Haenel e Despentes sono alcune delle figure di prestigio che stanno iniziando a promuovere il femminismo dal punto di vista delle lesbiche in Francia.
Ma il movimento è una novità di adesso. Tanto che l'autrice e attivista Monique Wittig, che negli anni Settanta cercò di creare una sezione lesbica del Movimento di liberazione delle donne, fu costretta a fuggire negli Stati Uniti. Oggi invece le teorie di Wittig sono diventate popolari.
Ma c'è chi è critico. La filosofa Elisabeth Badinter, da sempre voce del femminismo, ha denunciato un emergente «odio per gli uomini» e un «neofemminismo bellicoso».
Ad accendere ancora di più il dibattito è stata la pubblicazione a settembre del saggio "The Lesbian Genius" di Alice Coffin, giornalista e politica. Un passaggio in particolare ha scatenato le proteste della classe politica francese. Recita così: «Non basta aiutarci a vicenda, dobbiamo cancellare (gli uomini) dalle nostre menti, dalle nostre immagini, dalle nostre rappresentazioni».
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