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FIAMME GIALLE, SORCI VERDI PER AMAZON! - LA PROCURA DI MILANO CONTESTA AL COLOSSO DELL'E-COMMERCE UNA MAXI EVASIONE FISCALE DA 3 MILIARDI: TRA IL 2019 E IL 2021, AMAZON AVREBBE CONTRABBANDATO DALLA CINA GIOCATTOLI, COVER PER SMARTPHONE, FRIGGITRICI AD ARIA E PENNE. I 5MILA PRODOTTI, ORA SEQUESTRATI, SAREBBERO STATI FATTI ENTRARE NEL NOSTRO PAESE AGGIRANDO LE LEGGI DOGANALI, COSÌ DA NON PAGARE L'IVA AL 22%...
DALLA CINA...NEL FURGONE! - LA PROCURA DI MILANO INDAGA SU AMAZON, CHE AVREBBE CONTRABBANDATO DEI PRODOTTI DALLA CINA. SECONDO I PM, IL COLOSSO DELL'E-COMMERCE LI AVREBBE IMPORTATI IN ITALIA ATTRAVERSO UN COMPLESSO MECCANISMO DI SOCIETÀ DI COMODO, COSÌ DA NON PAGARE DAZI E IVA - OGGI LA GUARDIA DI FINANZA HA PERQUISITO LA SEDE DI AMAZON A MILANO E HA SEQUESTRATO 5 MILA PRODOTTI CHE SI TROVAVANO IN UN MAGAZZINO IN PROVINCIA DI BERGAMO...
https://www.dagospia.com/business/dalla-cina-nel-furgone-procura-milano-indaga-amazon-avrebbe-455036
Estratto dell'articolo di Andrea Siravo per "la Stampa"
Giocattoli, cover per smartphone, friggitrici ad aria, penne e molto altro: prodotti stoccati nel centro logistico di Amazon di Cividate al Piano, in provincia di Bergamo, che da ieri sono sotto sequestro su ordine della procura di Milano.
Le merci, circa cinquemila unità, secondo l'impostazione accusatoria sarebbero entrate in Italia illegalmente, aggirando le leggi doganali e la normativa tributaria sulla tassazione dell'Iva. Da qui il sequestro con il titolo il reato di «contrabbando per omessa dichiarazione», eseguito dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Monza.
Le Fiamme gialle sono state anche negli uffici della sede milanese di Amazon, dove hanno acquisito documentazione e identificato il responsabile della movimentazione delle merci in Italia.
Da mesi, dopo lunghi accertamenti tributari — in cui è stato utilizzato anche un supercomputer in uso al Ministero dell'Economia e delle Finanze — il pm Elio Ramondini, coordinato dal procuratore Marcello Viola, contesta al colosso statunitense del commercio elettronico una maxi evasione fiscale da 1,2 miliardi di euro, che arriverebbe fino a 3 miliardi tra sanzioni e interessi, commessa nel triennio 2019-2021.
Il cuore della questione sarebbe il mancato versamento al Fisco italiano dell'Iva, pari al 22%, sulla merce importata dai Paesi extra Ue e acquistata dai consumatori italiani sul marketplace digitale di Amazon.
In particolare, l'87% dei prodotti, appartenenti a diverse categorie merceologiche, arriverebbe nel nostro Paese dalla Cina, spesso già stoccati nei magazzini europei prima ancora che l'utente effettui l'acquisto, sulla base dell'algoritmo predittivo implementato da Amazon per velocizzare le consegne. Amazon però fornirebbe all'Agenzia delle Entrate solo l'identità e i dati dei singoli venditori stranieri soggetti al pagamento dell'Iva, incorrendo così nel reato di «dichiarazione fraudolenta» in qualità di sostituto d'imposta.
Finora Amazon, con il supporto dell'Agenzia delle Entrate, ha difeso il proprio operato dichiarando di rispettare tutte le leggi vigenti e di non essere soggetta ad alcun obbligo dichiarativo riguardo ai venditori extra-europei. [...]
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