RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Slavoj Zizek per “la Stampa”
il filosofo sloveno slavoj zizek 7
Ogni astratto appello alla pace non è sufficiente: il termine «pace», preso a sé, non ci consente di tracciare distinzioni fondamentali. Gli occupanti vogliono sempre, sinceramente, la pace nei territori che occupano. Israele vuole la pace in Cisgiordania. In Ucraina, la Russia è in missione di pace... Lo stesso Lenin riteneva che una grande guerra potesse creare le condizioni di una rivoluzione. Oggi, per impedire la guerra, c'è bisogno di una qualche forma di rivoluzione. Ricordiamo le parole pronunciate il 2 febbraio dal ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov: se scoppiasse una Terza guerra mondiale, si tratterebbe di un conflitto nucleare, altamente distruttivo; e la Russia correrebbe «un reale pericolo», se Kiev acquisisse armamenti nucleari.
Già anni addietro, com' è noto, Putin affermò che se, durante una guerra futura, la Russia avesse perso sul campo di battaglia, sarebbe stata pronta a usare per prima le armi nucleari. Mao Zedong aveva torto: quando la guerra gli va male, le tigri di carta si fanno più temibili. L'ossessione che la Russia non debba solo perdere in Ucraina, ma che debba essere vista perdere (nei termini di Boris Johnson) è molto, molto imprudente.
volodymyr zelensky e vladimir putin 3
Le parole hanno un peso e aumentano la tensione. I capi politici in pericolo sono disposti a prendersi ogni rischio pur di salvare la faccia. Prima dell'attacco russo, Zelenskyi aveva ragione a mettere in guardia gli Stati Uniti dal ripetere di continuo che la guerra fosse imminente: sapeva che era vero, ma sapeva anche che ripeterlo può essere una profezia che si autoavvera.
Dov' è oggi la saggezza dimostrata da Kennedy e Chruëv all'epoca della crisi cubana? Il 5 marzo Putin ha definito «equivalenti a una dichiarazione di guerra» le sanzioni promulgate contro la Russia e che avrebbe considerato belligeranti le nazioni occidentali che imponessero l'interdizione al volo sull'Ucraina.
nikita krusciov john fitzgerald kennedy
Dobbiamo leggere queste affermazioni nel contesto di quel che Putin ha più volte ripetuto nei giorni precedenti: gli scambi economici con l'Occidente debbono procedere secondo il solito; la Russia manterrà gli impegni e continuerà a vendere gas agli europei... La morale è che la Russia non sta tornando alla cara vecchia Guerra Fredda, con le sue regole consolidate: durante la Guerra Fredda i rapporti internazionali erano chiaramente normati, grazie allo spettro della «Mad» («Mutually Assured Destruction» ) delle due superpotenze. Quando l'Urss invase l'Afghanistan, violando così quelle regole non scritte, pagò cara l'infrazione: la guerra in Afghanistan fu l'inizio della sua fine.
No, la «Mad» è ormai alle spalle. Superpotenze vecchie e nuove si mettono oggi reciprocamente alla prova: tentano di imporre la propria versione delle regole globali, applicandole per procura su nazioni e Stati più piccoli. La Russia prova a dettare un nuovo modello di relazioni internazionali: non più la Guerra Fredda ma la pace calda, una pace che equivale a una guerra ibrida permanente, in cui gli interventi militari vengono ridefiniti come missioni umanitarie di peacekeeping e di prevenzione del genocidio.
julian assange ripulito per l'udienza preliminare 3
Quando la guerra è scoppiata, abbiamo letto che «la Duma esprime il suo inequivocabile e rafforzato sostegno al misure proporzionate agli scopi umanitari». Quanto spesso, in passato, abbiamo ascoltato dichiarazioni simili, applicate agli interventi in America Latina o in Iraq; ora è la Russia a prendere quel posto. (E perciò Julian Assange dovrebbe essere più che mai il nostro eroe). Mentre, in un Paese che intende controllare, la Russia bombarda le città, ammazza i civili, attacca le università, il commercio dovrebbe procedere normalmente, e tutto il resto, al di fuori dell'Ucraina, andare avanti come prima... È a questo che dobbiamo opporci senza condizioni.-
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