DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
Riccardo Bruno per il “Corriere della Sera”
Finalmente a casa.
«Vivo a Milano 2, ho una bella terrazza e davanti un prato. Mi sono affacciato, ho sentito il frusciare delle foglie, i suoni e le voci. Dopo settimane di silenzio tutto mi sembra diverso. È stata dura, molto dura, ma adesso è passata».
Emilio Fede è stato dimesso ieri dal San Raffaele dopo una brutta caduta, il ricovero, l'operazione, la terapia intensiva. I suoi 89 anni di vita sono stati sempre piuttosto movimentati, da inviato e poi direttore di Tg1 e Tg4 , e ancora gli scandali e le condanne, e per finire il Covid e anche l'ultimo arresto per evasione dai domiciliari per festeggiare il compleanno. Ora sillaba le parole, a tratti si emoziona: «È stata davvero tosta».
Cosa le è successo?
«Stavo tornando a casa, c'era un tratto di strada non asfaltata, ho perso l'equilibrio. Ho avuto il Covid, certamente ero indebolito, non ero presente a me stesso».
Cosa ricorda di queste settimane in ospedale?
«Il buio, e poi i colori che si confondevano. Faccio fatica a ricordare le facce, ogni tanto mi vengono in mente i nomi. Ai medici e agli infermieri tutto il mio apprezzamento. Sono eroi, sempre presenti».
I momenti più difficili?
«La notte, contavo i minuti e poi le ore finché arrivasse l'alba. E di giorno pregavo che la sera sarei riuscito ad addormentarmi e a sognare mia moglie. Mi è mancata tanto».
Lei è ancora a Napoli.
«Mi raggiungerà la prossima settimana. Ci siederemo accanto, in silenzio, non c'è altro da dire».
Come immagina ora il suo futuro?
«Domani mi sveglierò e vedrò che segni mi ha lasciato. Ho subito un'operazione di sette ore, sono tornato in carrozzina, la mia vita è cambiata. Il medico mi ha detto che da adesso in poi devo fare solo una cosa: camminare, camminare, camminare. E stasera spero di non dover prendere tranquillanti, voglio viverla tutta quest' emozione di tornare a vivere».
Cosa le ha insegnato questa esperienza?
«Sono stato in oltre 40 Paesi in Africa per raccontare la fame, ho denunciato il razzismo e sono stato imprigionato, sono salito sul Monte Bianco con Bonatti. Tante volte ho rischiato la vita, ma questa volta una cosa l'ho capita: la solidarietà è un bene che va coltivato. Ho deciso che dedicherò una parte dei miei averi alla creazione di una fondazione che assista le persone malate, per non dimenticare chi soffre e non ha i mezzi per curarsi».
Tra due mesi compirà 90 anni. Quest' anno festa senza sorprese?
«Ho già scontato quello che dovevo scontare. Andrò a Napoli dalla mia adorata moglie. Questo è quello che più desidero».
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