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FINCHE’ (LA PANDEMIA) DURA, FA USURA – IL TITOLARE DI UNA PALESTRA MESSO IN GINOCCHIO DALLE CHIUSURE DENUNCIA: “LA MIA BANCA NON MI HA DATO UNA SOLUZIONE. DAI DEBITI VOLEVANO “SALVARMI” SOLO GLI USURAI, 150 EURO A SETTIMANA DI INTERESSE OGNI 10 MILA EURO PRESTATI. MI SONO SALVATO ALL’ULTIMO SECONDO…” – VIDEO
Lorena Loiacono per www.leggo.it
Stava per perdere tutto, Mario (nome di fantasia). La sua palestra e il lavoro di una vita, infatti, stavano finendo nelle mani sbagliate: quelle degli strozzini.
Come si è trovato in questa situazione?
«Quando sei in crisi perdi di lucidità, non sai a chi aggrapparti. Ma tengo a dire che la mia palestra andava bene. Rappresenta il mio lavoro da sempre, non ho mai avuto bisogno di indebitarmi. O meglio, mai fino ad oggi».
Colpa del Covid?
«Sì, con il Covid e le restrizioni abbiamo dovuto chiudere: è iniziato tutto così. Avevamo troppe spese e nessuna entrata. I costi di gestione crescevano di mese in mese, all’inizio pensavo che avremmo riaperto presto, poi ho capito che non sarebbe finita velocemente».
A chi si è rivolto?
«Alla mia banca, ma non mi hanno dato una soluzione. Non sapevo più come uscirne e a quel punto sono stato avvicinato da persone che evidentemente già sapevano cosa mi stava accadendo».
In che modo è stato “avvicinato”?
«Sono persone che conoscevano la mia palestra, sapevano come girarmi intorno».
Si è sentito accerchiato?
«No, anzi: ci siamo sentiti telefonicamente, senza insistenza e direi con proposte sfuggenti. Non mi davano la sensazione di volermi convincere o costringere. Un atteggiamento amichevole. Tanto che mi sembrava che quella fosse la soluzione».
Di quale cifra aveva bisogno?
«Avrei iniziato con 20mila euro».
E gli interessi applicati?
«Per 10mila euro avrei dovuto dare, in più, 150 euro a settimana: sono 600 euro in più al mese. Un suicidio».
Ha accettato?
«Mi sono fermato all’ultimo secondo: per caso, mi sono confidato con un amico e lui mi ha raccontato che c’era già passato, che era caduto in quella trappola e che io non avrei dovuto farlo. Lui si è salvato rivolgendosi all’Ambulatorio anti-usura e così ha portato anche me».
Com’è andata?
«All’inizio ero scettico, hai tanta paura che non credi più a niente: non pensavo che ci fosse qualcuno che davvero potesse aiutarmi. E invece è stato così: è possibile chiedere aiuto, bisogna farlo ma con le persone giuste. Si può accedere al microcredito, ai finanziamenti senza cadere nella rete dell’usura. Stavo per rovinarmi: oggi mi sento un miracolato».
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