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Vittorio Malagutti per espresso.repubblica.it
Il finanziere da mesi in fuga è stato fermato ieri a Giacarta. Sparito nel nulla almeno mezzo miliardo di euro. Tra i suoi clienti gli allenatori Conte e Lippi, il calciatore El Sharawi e decine di imprenditori e professionisti tra Roma e Montecarlo
È finita la fuga di Massimo Bochicchio. Il broker è stato arrestato ieri a Giacarta, in Indonesia. Bochicchio era ricercato dalla giustizia italiana e britannica per una colossale truffa ai danni di decine di investitori, tra cui molti vip del calcio come gli ex allenatori Giuseppe Conte e Marcello Lippi.
Nell’estate dell’anno scorso il finanziere si era rifugiato a Dubai, ma già qualche settimana fa era stato avvistato nell’Estremo Oriente, tra Hong Kong e Singapore. Ieri l’Interpol lo ha fermato nella capitale dell’Indonesia, tappa finale di un inseguimento con la regia della Guardia di Finanza che da mesi, tramite il pool di polizia giudiziaria della procura di Milano, indaga sui suoi affari.
Manca all’appello almeno mezzo miliardo di euro, ma i soldi spariti potrebbero essere ancora di più, forse 600-700 milioni. Una somma colossale che nel corso degli anni era stata incautamente affidata in gestione al finanziere da un gran numero di danarosi clienti attratti dalla promessa di rendimenti a doppia cifra.
Oltre a Conte, che avrebbe perso almeno 30 milioni di euro, e al suo collega Lippi, l’elenco di chi lamenta perdite milionarie comprende altri ricchi e famosi come Federico Pastorello, uno dei procuratori più ricchi e attivi del calciomercato internazionale, l’ambasciatore italiano a Londra, Raffele Trombetta, i due calciatori Stephan El Sharawi e Patrice Evra, il loro procuratore Luca Bascherini (legato a Pastorello), l’imprenditore Rodolfo Errani, ex patron della Cisa di Faenza. Bochicchio era riuscito a vendere la sua immagine di broker abile ed esperto a una platea di potenziali investitori nella Roma dei Parioli, a Cortina, in Versilia e a Montecarlo. Le relazioni altolocate non gli mancavano davvero.
Il broker ora agli arresti vantava per esempio un’amicizia di lunga data con il presidente del Coni, Giovanni Malagò, che l’aveva introdotto nell’ambiente del Circolo Aniene, il club sportivo ad altissima densità di potere e denaro popolato di molti potenziali clienti. L’elenco delle vittime del finanziere, che per anni ha tirato le fila delle sue attività da Londra, è comunque destinato a restare incompleto. Un gran numero di evasori fiscali ha preferito fin qui restare nell’ombra per non dover giustificare capitali fin qui nascosti all’Erario.
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