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Gabriele Isman per “la Repubblica - Roma”
FRANCESCA CHAOUQUI E IL MARITO CORRADO LANINO
Non soltanto le accuse che le vengono mosse dal Vaticano e che lei ha già respinto dicendo «non sono un corvo», ma anche una denuncia rimediata dalla polizia locale di Roma Capitale per una storiaccia che parte da una cinquantina di multe per accesso senza permesso nella Ztl. A Francesca Immacolata Chaouqui - 32 anni, pierre, ex Ernst& Young e ormai anche ex componente della Commissione di studio sulle attività economiche e amministrative del Vaticano - è stato fatale il cambio della macchina.
Entrava nella Ztl con un permesso per disabili e veniva multata perché la targa nuova non risultava collegata al tagliando intestato alla zia Elena, e quindi scattavano le contravvenzioni: una cinquantina in tutto. Quando le sono arrivate a casa, lei - nata a San Sosti, in provincia di Cosenza da padre francese di origine marocchine e madre italiana - ha contestato con un unico maxi ricorso che la targa fosse la sua.
Un errore da chiarire - potrebbe averlo commesso lei nel compilare la domanda di rinnovo permesso Ztl - che però ha fatto scattare gli accertamenti al Comando generale della polizia locale. Chaouqui aveva esibito un suo regolare passaporto, la carta d’identità di sua zia Elena e il permesso handicap.
Peccato che la signora sia risultata defunta nel 2008 e che la pierre ne abbia esibito documenti rilasciati dopo la morte e così, finiti gli accertamenti, nel gennaio scorso la polizia locale non ha potuto far altro che denunciare Francesca Immacolata Chaouqui. Ma c’è di più: nei contatti con il paese della Calabria dove risultavano rilasciati la carta e il rinnovo i vigili urbani hanno scoperto che sarebbero stati falsificati anche dei timbri.
Il ricorso per le 50 multe è stato intanto bloccato, ma l’indagine non si è fermata e punta a scoprire se quei documenti siano stati utilizzati anche in passato, prima del cambio della macchina. Nella dettagliata denuncia si chiamano in causa “fatti avvenuti fino al 31 ottobre 2014”, formula giuridica che permette e promette ulteriori sviluppi.
Lei, che nel suo profilo Twitter si definisce “Comunicatrice finanziaria in giacca e jeans, indaffarata a lasciar traccia e con le maniche rimboccate per costruire un mondo giusto” stavolta ha lasciato qualche traccia di troppo e la solerzia del comando generale le è costata la pesante denuncia. I reati ipotizzati nell’esposto della polizia locale sono seri: truffa, contraffazione di altri pubblici sigilli o strumenti destinati a pubblica autenticazione o certificazione e uso di tali sigilli e strumenti contraffatti e falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficiale sulla identità o su qualità personali proprie o di altri.
Ora dovrà spiegare come sia stato possibile utilizzare documenti di una persona morta ormai 7 anni fa per entrare nella zona a traffico limitato, circolare sulle corsie preferenziale, non pagare le strisce blu o parcheggiare nelle aree riservate ai disabili. Tutte agevolazioni a cui lei non aveva diritto, almeno secondo via della Consolazione.
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