
DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA…
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DAGOREPORT
A ridosso dell’inaugurazione di Artissima, la fiera internazionale dell’arte di Torino, che da domani sino a domenica riempirà le strade della città di collezionisti, galleristi, artisti, direttori di musei da tutto il mondo, Dagospia intercetta una conversazione privata, una passeggiata tra arte letteratura e memoria a proposito di “Opium dem”, la vip lounge di Artissima.
sarah cosulich con maurizio vetrugno, artista e curatore di opium den 3
Per la prima volta lo spazio di incontro e relax della fiera diventa un progetto culturale, uno progetto “curato” come fosse una mostra, firmato da Maurizio Vetrugno che intreccia una relazione di opposti e contrasti tra oriente e occidente senza dimenticare le suggestioni della città di Torino e con la speciale partecipazione della giovane artista Scarlett Rouge.
Lo spazio è ispirato al culto dell’esotico in voga tra le monarchie europee del Settecento, al design anni Cinquanta, fino all’immaginario contemporaneo. Opium Den richiama l’atmosfera della Pechino anni Trenta, le stanza d’evasione e la stessa città di Torino: tappezzerie nate dalle stanze orientaliste di Villa della Regina, mobili di Sumatra e Giava affiancati a porcellane flambé e craquelé, smalti su metallo, porcellane monocrome e i bianchi e blu. I tappeti disegnati da Scarlet Rouge incrociano in modo eclettico e talvolta surreale riferimenti storici a iconografie attuali e fittizie.
La conversazione intercettata, proprio all’interno del padiglione dell’Oval che accoglie la kermesse – dove fervono i preparativi - si svolge tra Maurizio Vetrugno e il gallerista torinese Guido Costa.
maurizio vetrugno, scarlett rouge e guido costa
UN BREVE DIALOGO: MAURIZIO E GUIDO SULL’OPPIO.
G: … E così un “Opium dem” … a Torino …
M: … sì, per rimediare alla visita mancata al “Lotus Bar”…
G: … era in Siam … si chiamava così, vero? Dicevano che i soldi li avesse messi Jagger …
M: … insieme a Mario e Dado; ma credo sia una favola …
G: Specialmente l’idea di una società tra Mick e Schifano … impossibile…
M: Alighiero, almeno, aveva fatto tutto da solo, a Kabul …
G: … un po’ come te, qui ad Artissima …
M: Sì, anni di collezionismo disperatissimo tra Sud-Est asiatico e la Val di Susa, e oggi come allora con pochi compagni, mentali e reali …
G: … e il papavero …
M: … da Irving Penn a Cocteau, con qualche breve inclusione a Tangeri, per Gysin e Burroughs … la “dream machine”, sai…
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artisisma oval
G: … a cavalcare il dragone …
M: … una specie di spazio mentale privo di vincoli, ma con tanti sentieri che si incontrano. Per questo mi è subito interessata questa grande balconata che si affaccia sull’Oval, che galleggia a mezz’aria. Una prospettiva a volo d’uccello sull’arte …
G: … il nido d’aquila dei VIP. Ma solo per i VIP dello spirito, dei ricchi d’animo…
M: … un luogo da dove vedi tutto senza essere visto, dove tiri le fila di quanto è successo… un po’ come fa De Niro nelle ultime sequenze di “C’era una volta in America”…
G: E l’oppio?
M: Ha mosso nazioni, ha fatto crollare civiltà millenarie, ha sviluppato cultura alta e bassa, ha alimentato miti e tragedie …
G: … e tu, come me, sei grato di poter partecipare a questa catena secolare …
M: … stregati dal papavero…
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