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IL BOSS SOTTO TERRA E L’ESTETICA DELL'ORRORE – FRANCESCO MERLO RAGIONA SUL FUNERALE NEGATO A MATTEO MESSINA DENARO E SULL'AUTOCELEBRAZIONE DELLA MAFIA: “BISOGNA CHIEDERSI SE NEGARGLI LA CERIMONIA NON FINISCA CON IL RAFFORZARE QUEL CHE SALLUSTIO CHIAMA ‘L'INGEGNO MALVAGIO E DEPRAVATO’. IN ITALIA NON ESISTE NESSUN'ALTRA CERIMONIA COLLETTIVA CHE, COME IL FUNERALE, RIVELI I RAPPORTI DI FORZA. INDEBOLISCE O RAFFORZA IL FASCINO PERVERSO DEL MASCHIO?

Da “Posta e risposta” - “la Repubblica”

francesco merlo foto di bacco

 

Caro Merlo, ho letto che il padre di Matteo Messina Denaro, Francesco detto don Ciccio, latitante anch'egli, venne fatto trovare stecchito in campagna, già vestito e pronto per essere messo dentro una bara. Fosse vero, sarebbe da non credere.

Luca Cardinalini – Roma

 

 

Risposta di Francesco Merlo:

 

la bara di matteo messina denaro al cimitero di castelvetrano

È sicuramente letteratura diabolica quel cadavere appoggiato a un albero e vestito per il funerale. E raccontano che per anni, nell'anniversario della morte, la famiglia pubblicava sul Giornale di Sicilia uno straziante necrologio. Nando Dalla Chiesa, che ai disvalori della mafia e all'estetica dell'orrore ha dedicato i suoi studi migliori, ha dato ragione a Vincenzo De Luca e, in un articolo sul Fatto, ha condannato la deriva autocelebrativa del sistema Gomorra “non più denuncia , ma propagazione irresponsabile”.

 

Anche a me pare che l'impianto narrativo delle serie tv chiamate Gomorra sia come inventato dall'ufficio stampa della camorra.

In un Paese dove non funziona quasi nulla e anche la grande imprenditoria non ha più la potenza e il fascino di un tempo, l'esistenza di un'organizzazione invincibile non può non affascinare i giovani disoccupati. È normale che i ragazzi di Scampia scambino la fiction con la realtà e si affidino alla camorra come a un destino.

la bara di matteo messina denaro al cimitero di castelvetrano

 

Il problema però è antico. Catilina non era un ometto rozzo e insignificante come i Messina Denaro o, peggio, come Provenzano e Riina. Il suo corpo fu trovato, tra i cadaveri dei nemici, “che ancora un poco respirava”. Ben prima degli sceneggiatori di Gomorra, non solo Cicerone, che eccelleva in retorica, ma anche Sallustio, maestro di Storia, nel denunciarne la congiura criminale riconosce che Catilina “fuit magni vi animi et corporis”.

 

E allora bisogna chiedersi se negargli il funerale non finisca con il rafforzare quel che Sallustio chiama “ingenio malo pravoque”. In Italia non esiste nessun'altra cerimonia collettiva che, come il funerale, riveli i rapporti di forza. È letteratura diabolica anche il funerale negato? Indebolisce o rafforza il fascino perverso del maschio?

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