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Francesca Pierantozzi per “il Messaggero”
Anche la Francia ormai è alla ricerca del suo paziente zero. Che forse sono due. L'inchiesta è cominciata mercoledì mattina, quando il ministro della Sanità Olivier Veran ha annunciato due nuovi casi di Covid19, entrambi nella regione dell'Oise appena a nord di Parigi, un professore di tecnologia di scuola media di 60 anni, morto nella notte, e un addetto a una base militare di 55 anni, ricoverato in terapia intensiva a Amiens.
IL CONTO
Dei 18 casi fino a quel momento confermati in Francia, sono stati i primi senza nessun contatto accertato con un'altra persona infetta né con una zona considerata a rischio. Ieri sera, mentre continuava la caccia al numero zero, il bollettino aggiornato: i contagi salgono a 38, venti in più in 24 ore, dodici legati al focolaio dell'Oise, dipartimento che rischia di diventare la Codogno di Francia.
É qui infatti che si trova l'aeroporto di Beauvais, hub per Ryanair da e per l'Italia. Altri due casi sono una coppia appena tornata dall'Egitto, entrambi gravi. Altri due, le cui condizioni sono giudicate meno serie, erano appena tornati dall'Italia. Il professore morto martedì e l'impiegato della base militare in terapia intensiva vivevano a qualche decina di chilometri di distanza, ma non si conoscevano.
«Rischiamo di trovarci di fronte a una situazione simile all'Italia» ha detto ieri Eric Caumes, capo del reparto malattie infettive della Pitié Salpetrière, l'ospedale parigino dove è stato trasportato in condizioni ormai disperate il paziente morto martedì notte. I due uomini erano stati ricoverati in un primo tempo in due diversi ospedali vicini alle loro abitazioni, uno a Creil, un altro a Compiègne, per patologie respiratorie, entrambi sono rimasti giorni senza che fosse praticato il tampone, entrambi sono stati poi trasportati in due ospedali più grandi quando le loro condizioni si sono aggravate.
«Abbiamo cominciato l'inchiesta in piena notte, per tracciare l'intero percorso di cure ricevute, i luoghi frequentati, i trasporti sanitari usati» ha detto il direttor generale della Sanità Jerome Salomon. Subito scattato anche il censimento di familiari, amici, conoscenti. Chiusi i reparti di rianimazione degli ospedali di Creil e Compiègne.
Nessuna preoccupazione per gli studenti della scuola in cui insegnava il professore morto a Parigi: era in malattia dal 12 febbraio. Per gli studenti il periodo di incubazione di 14 giorni è finito ieri, senza che nessuno abbia dichiarato sintomi. Le condizioni del professore, morto per embolia polmonare, si sarebbero aggravate a causa di una patologia precedente al virus. «Abbiamo diversi casi raggruppati fra loro ha spiegato ieri il professor Salomon con una catena di contagio nell'Oise».
Centinaia di casi sospetti erano ieri in quarantena nella regione. La Francia, seguendo le indicazioni dell'Oms, non pratica test di depistaggio ai sospetti, ovvero le persone asintomatiche, anche se provenienti da zone a rischio o che sono state in contatto con persone infette, che devono però restare a casa e in contatto con un virologo detto di riferimento. Soltanto i casi possibili (provenienti da zone a rischio e con sintomi) vengono posti in isolamento in un istituto sanitario e sottoposti a tampone.
LA PISTA
Nella caccia al paziente zero si segue la pista della base militare di Creil, dove lavora il paziente ricoverato a Amiens e dove ieri sono risultati altri tre casi positivi: è stata questa base a gestire il rimpatrio dei francesi residenti a Wuhan il 31 gennaio. Ieri mattina, prima di volare a Napoli, il presidente Macron ha visitato la Pitié Salpetrière: «Conto su di voi, potete contare su di me, dobbiamo affrontare un'epidemia che sta arrivando, dovremo fare al meglio». Ma il Presidente dovrà anche far fronte al movimento di protesta che da oltre un anno agita gli ospedali pubblico. «Non ce la facciamo più, senza un intervento choc adesso, non riusciremo ad affrontare la crisi» ha detto al presidente un medico della Pitié, davanti alle telecamere.
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