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FREGENE, LA "MALIBU’ CAPITOLINA" COMPIE 100 ANNI - ENRICO VANZINA (CHE CON IL FRATELLO CARLO, PER RISPARMIARE, HA RICREATO A FREGENE LE AMBIENTAZIONI DELLA VERSILIA ANNI ’60 DI “SAPORE DI MARE”): “LA FREGENE DEL PRESENTE SEMBRA UNA FOTOCOPIA STRAPAESANA DI VIA DEL CORSO, CON RAGAZZE IN TANGA, ZOCCOLONI, LABBRA VIOLA E PICCOLI FUSTI DI PERIFERIA COI CAPELLI RASATI. I MARITI TOCCANO I COCOMERI CON FARE DA INTENDITORI. POI ARRIVANO LE MOGLI CHE URLANO: 'MA CHE COCOMERO M'HAI PRESO? PARE NA PALLA DA RUGBY! UN SERCIO!'” - LA MAMMA "CECIONA" CHE INSEGUE IL FIGLIO ("SE TE PIJO, TE SFONNO"), LE LITI DA COMMEDIA ALL'ITALIANA ("A CAFONI", "A CACIOTTARI") E...
Enrico Vanzina per “il Messaggero” - Estratti
È l'alba. Davanti a uno stabilimento, sul lungomare di Fregene, un ragazzo dorme sdraiato per terra, con la testa appoggiata alla ruota della sua motocicletta.
Intorno a lui un piccolo cimitero di lattine di birra vuote. Il ragazzo riapre gli occhi. Mi vede che passeggio solitario. Sorride e mi dice con voce impastata: «So' rimasto a respira' l'odore dei pini...». È vero, a Fregene c'è ancora l'odore dei pini. E c'è il mare. Che all'alba sembra dipinto da un macchiaiolo.
Un pescatore guarda passare dei tizi a cavallo, sulla spiaggia, che approfittano dell'ora per non essere inseguiti dai vigili. Se non fosse per quell'altro tizio di pensionato in canotta, che fa il suo jogging all'amatriciana, un po' Bordin e un po' Paolo Panelli, la spiaggia di Fregene potrebbe essere Malibu. Insomma, Fregene Beach. Che spettacolo questo mattino limpido, questa sabbia fresca, questo silenzio nemmeno sfiorato dal vento.
Fregene per noi romani è un luogo dell'anima. Come il Pincio, come il Gianicolo, come Villa Borghese. Fregene è stata il rifugio di grandi artisti, di tanti innamorati, di professionisti in cerca di tranquillità, ma anche dei romani del popolo che partivano da Roma in Vespa, o sulle loro utilitarie, per trascorrere una domenica felice.
A venticinque chilometri da Roma trovavano questa felicità urbana, dietro al sipario di una pineta monumentale, tra le dune ed il mare calmo, una specie di oasi fuori porta, che nessun altro cittadino di una grande capitale ha a sua disposizione.
Fregene è borghesia e popolo insieme. È Roma ma anche mare di Roma.
E' snob ma allo stesso tempo pacioccona. È fresca. Di un fresco naturale che ogni volta che lo provi ti fa incavolare contro il fresco artificiale dell'aria condizionata. A Fregene si dorme con la copertina. E ci sono le biciclette, che ritmano un tempo antico al quale bisognerebbe abituarsi di nuovo.
marcello mastroianni e federico fellini a fregene
Fregene vive in bilico tra due realtà: quella del ricordo e quella del presente. Due vertigini che si mischiano in perfetta sincronia. C'è la Fregene di Fellini e Flaiano, rifugio dell'anima di una generazione intellettuale che ha segnato il nostro immaginario. C'è il Villaggio dei Pescatori dove rivedo le casette di Gillo Pontecorvo, quella di Alberto Moravia e quella affascinante di Jacques Sernas. E a raffica le dimore di Lina Wertmuller, di Nanni Loy, di Ettore Scola, del grande sceneggiatore Solinas. E quella un po' nascosta di Marcello Mastroianni in fuga tra le braccia di una fidanzata di turno. La sera tutti a cena da Mastino, coccolando Alberto Ronchey reduce dalle sue vogate in pattino, trasformando il cinema di sinistra in un mestiere alle vongole.
Lì dove Walter Chiari faceva notizia tra i flash prendendosi a schiaffi con qualche diva fatalona di Hollywood. Poi c'è la Fregene Nord dei costruttori romani, dei villoni, delle ragazzine dei Parioli con la puzza sotto il naso. E c'era Villa dei Pini, il Grand Hotel della memoria, con la sala da pranzo all'aperto sotto ai pini, appunto. E c'è quel senso di magia della messa in pineta, delle lunghe corse in bicicletta, della Casa Albero di Perugini.
Poi c'è la Fregene del presente. Dove un certo cafonal si è fatto largo negli anni. La Main street, che non sembra uscita da un quadro di Hopper, è tutto un brulicare di biciclette, cani, tricicli e centauri rombanti che fanno lo struscio. Non è la Croisette e nemmeno viale Ceccarini.
È una fotocopia strapaesana di via del Corso, con ragazze in tanga, zoccoloni, labbra viola e piccoli fusti di periferia coi capelli rasati. I mariti si divertono a fare la spesa dal fruttivendolo.
Toccano i cocomeri con fare da intenditori. Poi arrivano le mogli che urlano: «Ma che cocomero m'hai preso? Pare na palla da rugby! Un sercio!». Nelle boutique più in di Fregene Beach, villeggianti in bermuda si provano cerate da velisti, golfoni norvegesi, giacconi da transoceanica, come se fossimo a Cape Cod. Hanno tutti in testa berrettini americani. Qualcuno rigirato. Il villaggio globale che parte da San Diego, in California, è arrivato anche sulle coste laziali.
Tutto ciò, per fortuna, va in scena con semplicità. La semplicità di una pizza tra amici, di una gita in bici in pineta, delle chiacchiere sceme sotto all'ombrellone. Le pin up non sono Veline o Letterine, sono delle shampiste della Tuscolana, delle hostess, delle normali studentesse. Ma molte di loro sono meglio di quelle che se la fanno con i calciatori. Ed anche gli uomini non sono niente male. Ci sono i George Clooney di corso Trieste e i Brad Pitt della Balduina.
Sì, si pedala in bicicletta nei viottoli in terra battuta. C'è il fiume Arrone, un torrente a metà strada tra Pasolini e Gomorra.
C'è quel frinire delle cicale, dei grilli, le dune a ridosso della spiaggia fitte di canne e vegetazione mediterranea.
Ed esiste anche la Fregene autenticamente artistica. Quella frequentata dagli artisti del pennello e dei colori, Giulio Turcato, Tano Festa, Mario Schifano, Mario Ceroli. Perché
(...)
Fregene in bilico nella memoria collettiva.
Quel gusto Anni 50, travasato dai ricordi degli Anni 30 e 40. Poi l'esplosione degli Anni 60. Tanto che insieme a mio fratello l'abbiamo infilata nel nostro film "Sapore di Mare" al posto di Forte dei Marmi. È la magia del cinema: Forte dei Marmi raccontata, per mancanza di budget, con le villette e le stradine e le spiagge di Fregene. Uno stupefacente falso d'autore.
La pineta di Fregene.
Monumentale viene definita. Con i suoi pinoli diventati patrimonio e presidio dell'umanità. L'odore di resina. Il sottobosco intricato che riporta l'olfatto a un mondo più pulito e sincero.Ma anche teatro di scampagnate feroci, rifugio dei fagotti d'antan.
È mezzogiorno. «Si prega di spostare la Golf targata...» gracchia l'altoparlante di uno stabilimento. Due girls del Pigneto si fanno la doccia, tette al vento. Una madre ceciona, svestita come nei disegni di Attalo del 1939, insegue il figlio sulla battigia, gridando: «Si te pijo te sfonno!». Passano dei vu' cumprà africani.
Sono sicuramente i più eleganti, con le loro lunghe mani ossute e l'andatura da gazzella, alla Naomi. Parlano in francese: «Madame...Monsieur...».
dacia maraini e alberto moravia a fregene
Mentre cala la sera, dai giardini delle villette si alzano segnali di fumo. Non sono i Sioux. Sono i forzati del barbecue. Il sogno americano diventa commestibile. Gamberoni, mazzancolle, in un tripudio di odori acri che piombano come una nube tossica nel giardino dei vicini. Urla disperate: «Zia, chiama i pompieri!... Se stà a brucià la pineta!...».
Il lessico non è quello di Beverly Hills. Tra i villeggianti delle due villette, quella del barbecue e quella affumicata, inizia la guerra dei Rose's. «A' cafoni!...Caciottari!...». E il tutto finisce col repertorio più trito ed abusato della commedia all'italiana.
Fregene è ricordo e realtà. È l'Italia double face. La grande bellezza antica e l'iperrealismo globale del contemporaneo. Che, però, io amo. Anzi, adoro.
delirio sulla spiaggia di fregene
giulietta masina e federico fellini a fregene
fregene 59
mahmood a fregene
ristorante mastino fregene
rissa a pasquetta a fregene
rissa a fregene a pasquetta
rissa a pasquetta a fregene
lillo mastino
WALTER CHIARI A FREGENE IN UNA FOTO DI PAOLO DI PAOLO
elisa isoardi in mare a fregene
elisa isoardi si allena in spiaggia a fregene 2
elisa isoardi si allena in spiaggia a fregene
elisa isoardi si allena in spiaggia a fregene
walter chiari a fregene ph paolo di paolo
casa sperimentale di giuseppe perugini a fregene
maria elena boschi e giulio berruti a fregene 9
maria elena boschi e giulio berruti a fregene
maria elena boschi e giulio berruti a fregene 15
fregene 34
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