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vladimir luxuria e carlo giovanardi
Paolo Emilio Russo per “Libero Quotidiano”
Oltre tre miliardi di euro: 3 miliardi e 464mila euro, per la precisione. Tanto costerebbe alle casse dello Stato le unioni civili se la proposta in discussione in questi giorni al Senato dovesse diventare legge. Troppo forse per le modeste capacità di spesa di un Paese che ha fatto segnare un nuovo record di debito pubblico proprio due giorni fa. Così, almeno, la pensano i senatori del Nuovocentrodestra che, decisivi per la tenuta della maggioranza che sostiene il governo di Matteo Renzi, hanno chiesto di rinviare la discussione a settembre.
La senatrice piddina Monica Cirinnà, autrice del testo,ci credeva ancora ieri mattina: «Sulle unioni civili dalla prossima settimana si potrà iniziare a votare, oggi chiederemo la calendarizzazione in Aula». Gli ex ministri Maurizio Sacconi e Carlo Giovanardi, entrambi senatori Ncd, hanno invitato però a non «affrettare» il voto su di una legge che potrebbe avere effetti importanti sulle casse dello Stato, costi finora non quantificati.
«Le unioni civili si trasformano in un costo perchè estendono alle coppie omosessualila reversibilità delle pensioni, gli assegni famigliari», spiega Giovanardi,«e introducono nuovi oneri anche per i datori di lavoro sotto forma, per esempio, di congedi».
Le Commissioni di Palazzo Madama hanno chiesto un approfondimento ai ministeri dell’Economia e della Giustizia, che sono ora impegnati a scrivere una relazione tecnica per quantificare l’impatto economico: toccherà poi al Senato trovare le coperture. I tecnici dei dicasteri sono già al lavoro e mantengono il massimo riserbo sulle cifre. Il lavoro non è certo facile: non esiste - ovviamente - un dimensionamento della popolazione omosessuale italiana.
Il dato più affidabile è quello raccolto dall’Istat nell’ultimo censimento - del 2011 -: circa un milione di persone - in maggioranza uomini - si è dichiarato omosessuale, mentre duemilioni hanno dichiarato di aver sperimentato rapporti con persone dello stesso sesso. L’altro dato - questo sicuro - è la pensione media di reversibilità: 533 euro al mese. Sulla base di questi due dati è stata abbozzata una prima stima «di massima».
Moltiplicando la reversibilità media mensile per tredici e questo dato per cinquecentomila,cioè metà della popolazione omosessuale italiana dichiarata, si arriva a quasi tremiliardi e mezzo. La cifra è clamorosa:equivale, per dire, all’Imu sulla prima casa o al valore di un punto di Iva.
Due avvertenze: la cifra diventerà “piena” tra moltissimi anni, quando la legge entrerà a regime, visto che per avere la reversibilità serve che uno dei due partner muoia, la seconda è che evidentemente non tutti gli omosessuali decide ranno di formalizzare la loro unione, come non è accaduto nei Paesi che hanno già approvato le nozze gay. «Cifre? Aspettiamo i dati ufficiali»,frena Giovanardi, comunque convinto che «questa legge possa dare luogo ad abusi, truffe, matrimoni di comodo».
Accetta di approfondire la questione-costi il Pd: «Possiamo aspettare 2-3 giorni per le relazioni tecniche ma chiediamo il ddl in Aula già alla fine della settimana prossima»,ha detto il capogruppo Pd a Palazzo Madama, Luigi Zanda. «La questione delle unioni civili è fuori dal patto di governo,ma diciamo no alla adottabilità dei figli, no alla equiparazione del matrimonio e anche alla reversibilià perchè costa troppo», conferma il leader Ncd, Angelino Alfano.
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Il ministro dell’Interno, però, non sembra disposto a farele barricate, specie finchè non avrà ottenuto per Ncd il ministero per gli Affari regionali:«Proveremo a raggiungere un’intesa nella maggioranza, ma se il Pd procederà con altre forze politiche, non metteremo a rischio il governo», avverte. Probabilmente finirà come ha messo nero su bianco il Mattinale di Renato Brunetta, capogruppo Fi: «Soluzione renziana? Maggioranze variabili, con una parte dei 5 stelle e i soliti verdiniani in soccorso. Un bel Pacs Renzi Verdini e passa la paura; ma che miseria». Di sicuro di unioni civili non si riparlerà prima di dieci giorni e, con l’ingorgo di provvedimenti che già c’è al Senato, è difficile che si arrivi al voto prima di settembre.
IRLANDA REFERENDUM MATRIMONIO GAY
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