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QUALCOSA NON...QUADRO! CHE FINE HANNO FATTO LE 13 OPERE D’ARTE DELL’EREDITÀ DI GIANNI AGNELLI SU CUI INDAGA LA PROCURA DI ROMA? TRE QUADRI DI BALLA, DE CHIRICO E MONET SONO STATI SOSTITUITI CON “FALSI D’AUTORE”, POI RITROVATI NEL CAVEAU DEL LINGOTTO DI TORINO. SECONDO I DOMESTICI CHE LAVORAVANO NELLA CASA ROMANA DELL’AVVOCATO, “LA SOSTITUZIONE È AVVENUTA NEL 2008 QUANDO MARELLA AGNELLI ERA AMMALATA” – I TRE DIPINTI SONO STATI VALUTATI 13 MILIONI DI EURO – DUE SPEDIZIONIERI PARLANO DI UN “MISTER X” CHE AVREBBE ORDINATO LORO DI PORTARE I QUADRI VIA DA ROMA – L’INCHIESTA SI INSERISCE NELLA GUERRA LEGALE DI MARGHERITA AGNELLI CONTRO I TRE FIGLI JOHN, LAPO E GINEVRA ELKANN...
Estratto dell’articolo di Giulio De Santis per https://roma.corriere.it/
«Le due opere che erano nella casa di Roma sono state sostituite nel 2008, quando Marella si è ammalata». E ancora: «Al posto dell’opera originale di Balla è stata inserita una copia di qualità inferiore».
A aprire la porta di casa Agnelli sul mistero della sparizione di 13 quadri d'autore della collezione lasciata in eredità dall'Avvocato, sono due membri del personale domestico che hanno lavorato nella dimora capitolina della famiglia fondatrice della Fiat.
LA SCALA DEGLI ADDII - GIACOMO BALLA
Le loro dichiarazioni sono state raccolte dai carabinieri del nucleo del patrimonio artistico, delegati dal procuratore aggiunto Giovanni Conzo e il pm Stefano Opilio che indagano sulla presunta sparizione delle opere d'arte della collezione. Alle versioni dei domestici si legano le parole di due spedizionieri che hanno riferito di aver di aver ricevuto l’ordine di spostare tra il 2016 e il 2018 due quadri dalla residenza romana degli Agnelli. E, sempre secondo la loro versione, si sarebbe trattato di copie. L'ordine l'avrebbe dato un mister X di cui si ignora l'identità.
Per l'esattezza sono tre i falsi d'autore, sui tredici quadri spariti, rinvenuti nel caveau del Lingotto: «La scala degli adii» di Giacomo Balla, il «Mistero e malinconia di una strada» di Giorgio De Chirico, e un Monet, «Glacons, effetblanc».
Mistero e malinconia di una strada - GIORGIO DE CHIRICO
Le prime due copie sarebbero state esposte per anni alle pareti della residenza romana della famiglia Agnelli. La terza, il Monet, avrebbe arredato le pareti di villa Frescot, Torino. Degli altri dieci quadri, invece, non è rimasta alcuna traccia. I reati ipotizzati dalla procura, che al momento non ha iscritto nessuno nel registro degli indagati, sono ricettazione ed esportazione illecita di opere d’arte.
L’inchiesta deve essere inquadrata nella vicenda assai più complessa del braccio di ferro sull’eredità dell’avvocato Gianni Agnelli, scomparso nel 2003. Una contesa tra la figlia dell’Avvocato, Margherita (69 anni) e i suoi tre figli, John (49), Lapo (47) e Ginevra Elkan (46). Secondo i nipoti dell’Avvocato, denunciati dalla madre Margherita, le opere sono sempre state in Svizzera.
La storia della creazione delle copie ha inizio, secondo gli inquirenti, diciassette anni fa. «Le due opere che erano nella casa di Roma sono state sostituite nel 2008, quando Marella si è ammalata». [...]
gianni agnelli con la moglie marella e i figli edoardo e margherita
Per gli investigatori, almeno fino alla morte dell’avvocato Gianni Agnelli, non è mai stata presa in considerazione l’idea di riprodurre gli originali. Nel testamento dell’Avvocato, viene fatta una valutazione dei tre quadri. Alla «La scala degli adii» di Giacomo Balla viene attribuito un valore di 2 milioni.
Il «Mistero e malinconia di una strada» di De Chirico viene stimato sette milioni, mentre il Monet, per l’Avvocato, vale intorno ai quattro milioni di euro. Queste cifre sarebbero la prova che Agnelli abbia fatto una stima, esaminando gli originali. Poi, una volta venuto a mancare l’Avvocato, si sarebbe pensato creare di falsi d’autore, per ragione per adesso ignote.
C’è un ulteriore dettaglio rivelato da un altro membro del personale che, in questa fase, suffraga questa pista su cui lavora la procura: «Al posto dell’opera originale di Balla è stata inserita una copia di qualità inferiore».
john elkann margherita agnelli
Le due dichiarazioni non sono la pistola fumante, come rilevano gli inquirenti, che le opere originali siano state fatte sparire negli ultimi vent’anni. Infatti non è certo che i due quadri della residenza romana sostituite nel 2008 fossero già all’epoca gli originali.
Tuttavia è la conferma che corresse, tra i corridoi della residenza capitolina, la voce di vedere alle pareti delle riproduzioni dei quadri. Certo i due spedizionieri che hanno messo a verbale di aver trasportato delle copie sembrano l'anello indispensabile per proseguire su questa strada.
Chi abbia dato l’ordine, è il nodo principale dell’indagine e scoprirlo servirà per avere una foto esatta della situazione. Un passaggio necessario per stabilire quali passi dovranno fare gli inquirenti per risolvere il giallo.
glacons, effet blanc claude monet
Sul perché siano stati riprodotti i quadri per adesso si possono solo fare ipotesi, prive di qualunque riscontro investigativo. Per esempio, una possibilità è che le copie siano state realizzate per tutelare gli originali, custodendo quest’ultimi in luoghi sicuri e segreti.
[...] Tuttavia ora è necessario, per gli inquirenti, scoprire dove si trovino gli originali. Se fossero in Italia, i problemi legali sarebbero relativi. Al limite si potrebbe incorrere nella contestazione di violazioni amministrative, legate alla mancata comunicazione al ministero della Cultura.
Diverso è invece il caso di un trasferimento dei beni all’estero. Se così fosse, anche qualora i reati fossero prescritti, potrebbe scattare l’obbligo della confisca. Bisogna infatti ricordare che i quadri in questione sono sotto la tutela del ministero, essendo dei beni di particolare rilievo artistico. [...]
lapo ginevra e john elkann
LAPO GINEVRA E JOHN ELKANN IN TRIBUNALE
john elkann margherita agnelli
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