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Fabio Tonacci per la Repubblica
ASSALITORE WESTMISTER ATTENTATO LONDRA
Alle 23 di ieri, ora di Londra, l' uomo che ha terrorizzato Westminster non aveva ancora un nome né un cognome. Non uno ufficiale, perlomeno. Il servizio dell' Antiterrorismo inglese, attraverso il suo capo Mark Rowley, ha giustificato questo silenzio con l' esigenza di proteggere una ongoing operation, un' attività d' indagine in corso. «Crediamo di sapere chi è, è stato ispirato dal terrorismo internazionale».
I poliziotti stanno lavorando sui contatti telefonici, ricostruendo la rete di conoscenze in territorio britannico. Ma non risulta che l' identità sia stata già comunicata alle altre intelligence europee. Per adesso le autorità inglesi considerano questa storia una loro storia.
«Anche se al momento crediamo che l' assalitore sia stato uno solo, sono sicuro che la gente capirà la nostra cautela, che ci ha spinto anche a isolare l' intera area attorno al luogo della strage», ha aggiunto Rowley.
Cosa si sa, allora, dell' attentatore?
Chi lo ha visto scagliarsi a piedi contro l' ufficiale di polizia ucciso davanti al Parlamento lo ha descritto così: «Alto, pelle olivastra, tratti asiatici, sulla quarantina».
ASSALITORE WESTMISTER ATTENTATO LONDRA
Sui media britannici è rimbalzato un nome che ha ballato per tutto il pomeriggio: Abu Izzadeen, nato Trevor Brooks, britannico di origine giamaicana che da 15 anni è in testa alla lista degli uomini più pericolosi del Regno Unito. Convertitosi all' Islam nel 1975, è cresciuto con i "ragazzi" della moschea di Finsbury Park, la fucina d' odio radicale che fu punto di riferimento per gli attentatori della metropolitana di Londra del 2005.
Un paio di anni fa ha pure tentato di raggiungere la Siria, ma è stato arrestato in Ungheria e rimpatriato. «La somiglianza con il terrorista di Westminster è impressionante, ha lo stesso taglio della barba e lo stesso colore della pelle», hanno notato alcuni reporter dell' emittente Channel Four. La notizia però è stata smentita prima dal fratello di Abu Izzadeen, poi dal suo avvocato. «Trevor è in carcere».
Le due tracce da seguire rimangono l' auto e un telefonino. Non è chiaro se lo avesse con sé al momento dell' assalto, ma l' intelligence italiana in via informale sta verificando un paio di indirizzi ip che potrebbero essersi messi in contatto con l' uomo, tramite servizi di chat protetta, poco prima delle 14.40: l' orario in cui Scotland Yard fissa l' inizio della corsa indiavolata, e sorprendentemente indisturbata, dell' automobile lungo il Westminster Bridge.
Stando alle prime analisi dei tecnici informatici, gli indirizzi ip non si trovano all' interno dell' Unione Europea, e questo dato - se confermato - potrebbe voler dire due cose: o l' attentatore ha voluto dire addio a un suo familiare o amico, oppure, più probabilmente, qualcuno lo stava "teleguidando" dall' estero. Indicandogli spostamenti e obiettivi.
attentato al parlamento di londra 8
E' un fatto anche che sul sito "4chan" sia apparso martedì un post cifrato in codice binario assai strano, nel quale si indicava proprio un attacco al ponte di Londra associato all' immagine di due pistole.
Non c' è stata ancora la rivendicazione ufficiale, ma secondo il sito di intelligence Site alcuni sostenitori del Califfato hanno scritto che la strage rappresenta «una vendetta per l' attacco a Mosul ». L' auto utilizzata è una Hyndai Tucson grigia registrata in Essex, nella città di Chelmsford. Veicolo potente, che costa 32mila sterline, e che - secondo la versione online del Dailymail - era stata presa a noleggio.
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