IL DESTINO DELL'UCRAINA SI DECIDE TRA WASHINGTON E MOSCA: LA TRATTATIVA SEGRETA TRA PUTIN E TRUMP È…
Armando Di Landro per “Il Corriere della Sera”
Una telefonata dal carcere di Bergamo al pubblico ministero: «Dottoressa, il Bossetti vuole parlare con lei. Dice che ha un nome da fare, di una seconda persona...». Pur sapendo che l’interrogatorio da lui richiesto era già stato fissato per oggi alle 10.30, Massimo Giuseppe Bossetti ha vissuto una mattinata d’agitazione, ieri, nella sua cella d’isolamento.
L’uomo accusato di aver ucciso Yara Gambirasio si è rivolto più volte, con un certo nervosismo, agli agenti della polizia penitenziaria, ripetendo in modo quasi ossessivo di voler parlare con il sostituto procuratore Letizia Ruggeri, titolare delle indagini, chiedendo esplicitamente di chiamarla. Per dirle che ha «un nome da fare», che c’è una «seconda persona di cui parlare». Queste le espressioni, piuttosto chiare, riportate dalla polizia penitenziaria, al telefono con la procura.
bossetti arrestato per l omicidio di yara gambirasio
L’inchiesta è vicina ad una nuova svolta, dopo la compatibilità del Dna del carpentiere di Mapello con quelle tracce ematiche sui vestiti di Yara? Le indiscrezioni sono altalenanti. «Cosa mi aspetto dall’interrogatorio? No comment», ha dichiarato il magistrato uscendo ieri dalla Procura all’ora di pranzo.
È chiaro però che lo stesso pubblico ministero si è interrogato sulla telefonata che la polizia penitenziaria ha ritenuto di dover fare e sull’agitazione in carcere dell’indagato: una circostanza della quale ieri sono stati informati anche i carabinieri e la polizia.
C’è chi, tra gli inquirenti, sostiene con scetticismo che le frasi di Bossetti rivolte alle guardie carcerarie possano essere dettate solo da uno stato confusionale sempre più difficile da gestire, che non porterà a indicazioni utili per le indagini. Altri investigatori, invece, sembrano aspettarsi qualcosa di nuovo dall’interrogatorio di oggi e si chiedono se le parole dell’arrestato dalla cella siano un riferimento a un possibile complice, quindi con un’ammissione dello stesso carpentiere, oppure un modo di spostare l’attenzione su altri soggetti per ribadire ancora la propria innocenza.
L’incontro tra l’indagato e la pubblica accusa resta fissato per oggi alle 10.30: ieri nessuno, tra gli inquirenti, avrebbe sentito l’esigenza di anticipare d’urgenza il faccia a faccia. L’indiscrezione giunta dal carcere ha sorpreso forse di più gli avvocati di Massimo Bossetti. «Ma quali rivelazioni, non scherziamo — hanno dichiarato i legali, Claudio Salvagni e Silvia Gazzetti —. Sono state pubblicate notizie sulle quali vuole dire la sua. In più, intende approfondire circostanze sulle quali già il giudice delle indagini preliminari gli aveva posto alcune domande. Risponderà ai quesiti che gli saranno posti».
L’interrogatorio si annuncia lungo. Intanto è la stessa difesa a essere protagonista di un cambio di linea. Dopo una serie di dichiarazioni in cui i due avvocati sostenevano di «non voler contestare gli esiti delle analisi sul Dna, svolte dai prestigiosi consulenti della procura», ora il registro è decisamente cambiato. «È verosimile — ha spiegato ieri Salvagni — che chiederemo un nuovo test del Dna».
yara gambirasio d7a292f8d5e35ef475ed66a895b53186
E non è mancata un’altra presa di posizione, sempre dello stesso legale: «La procura si sta affannando alla ricerca di nuove prove, o meglio di nuovi riscontri. Un motivo forse c’è: probabilmente l’accusa è consapevole che la compatibilità tra il profilo genetico del nostro assistito e quello di “Ignoto 1” non è sufficiente per reggere un processo, per far condannare una persona. In uno stato di diritto non si può essere condannati solo con quella prova».
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