DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
1. ADOLESCENTI E MARATONE DI ALCOL LA SUPER-BEVUTA È NEL WEEKEND
Alessandra Di Pietro per “la Stampa”
Siamo i genitori che invecchiano con le All Star ai piedi e fanno l' aperitivo al wine bar sotto casa, ma quando ci troviamo davanti un figlio che torna a casa brillo dopo una festa di 16 anni, il cuore ci salta in gola e le domande si affollano: che danni alla salute si fa adesso e quali gli rimarranno dentro da grande? E se sale in macchina con qualche amico squinternato? C' è un modo per fargli capire che è meglio non bere a questa età, meglio iniziare il più tardi possibile e imparare a farlo con criterio?
Su quali canali mi devo sintonizzare per capire, ascoltare e aprire un dialogo? «Non viviamo in un mondo perfetto. Non basta dire ai ragazzi che l' alcol fa male perché smettano di berlo e non dovrebbe sorprenderci, basta guardare a noi adulti, forse siamo esenti da golosità, vita sedentarie, sigarette e aperitivi sotto casa?»
Queste parole della sociologa Franca Beccaria, sono la perfetta introduzione a Il gioco della bottiglia. Alcol e adolescenti, quello che non sappiamo (Add editore) un reportage giornalistico tra storie di vita e pareri di esperti. Il libro nasce dall' esigenza di indagare l' allarme mediatico sul consumo di alcol tra i minori ma si muove nella certezza che il clamore e i divieti non risolvono un problema che c' è ed è reale.
I binge drinkers Secondo i dati Espad (indagine europea che coinvolge circa 40 Paesi europei), in Italia due milioni di studenti negli ultimi 12 mesi hanno bevuto almeno una volta alcol, il 55% di loro lo ha fatto meno di dieci volte, quasi 400.000 (il 20%) una volta al mese, per circa 500.000 il consumo è stato più assiduo (fino a 20 volte o più durante l' anno).
Se guardiamo i numeri, dice Sabrina Molinaro del Cnr, non ci sono impennate, ma aggiunge Beccaria che «il consumo è sfacciato e visibile anche se la legge vieta la vendita ai minori», regola violata giorno e notte altrimenti non staremmo qui a discuterne. Soprattutto aumenta la quantità di «binge drinkers», ragazzi che bevono solo ogni tanto, ma quella volta bevono più di sei bicchieri.
L' unica raccomandazione possibile per i minori è: ZERO ALCOL. Nel corpo ancora in crescita manca, o funziona a bassissimo regime, l'enzima che serve a metabolizzare l' alcol, questo vuol dire danni per fegato e apparato digerente, mentre il cervello è impegnato in una crescita delicata su cui è saggio non interferire. Per le ragazze, poi, il rischio è maggiorato da una ridotta capacità di smaltimento e dall' interferenza con i recettori degli estrogeni.
L' alcol è di sicuro la sostanza psicoattiva più dannosa, accessibile, economica e allo stesso la più diffusa nella nostra società essendo legale, ma farne il fenomeno numero uno della devianza dei ragazzi, significa creare uno stereotipo che racconta una parte degli adolescenti come fosse il tutto, ne riduce la loro complessità, permette di lavarci la coscienza con una sentenza moralista buttata lì - magari rimpiangendo i tempi andati come se fossero stati sempre migliori. L' abuso dell' alcol tra i ragazzi, invece, ci chiama in causa. Grande è stato lo stupore e l' imbarazzo ogni volta che gli adolescenti hanno evocato il bisogno di avere genitori presenti, autorevoli, capaci di essere un confine e di porre un limite.
La serietà di Lavinia, una delle ragazze intervistate, quando dice: «Devi avere qualcuno cui dare conto quando ritorni, ti aiuta a tenerti entro i ranghi, eccome». Prima di puntare il dito su di loro, è bene accendere una luce sopra di noi. E ascoltare quello che hanno da dirci, valorizzando le loro esperienze. La storia di Jacopo, un ragazzo astemio, ad esempio, è fantastica e la sua capacità di dare valore a ciò che per il gruppo è un disvalore («non farsi») è notevole. In Europa, e in particolare nella superalcolica Finlandia, stanno crescendo quelli che come lui non toccano alcol.
Forse è il desiderio di distinguersi dalla massa? Bello! Perché non dare valore e visibilità a questi fenomeni? I ragazzi non sono tutti uguali e però li sintetizziamo tutti in un unico titolo, come se fossero una categoria sola. Presi come siamo dalle percentuali di chi ha comportamenti a rischio, ci dimentichiamo di guardare l' altra faccia della medaglia, tipo quel 44% che nell' ultimo mese non ha bevuto, o chi si tiene entro la misura di una birra al mese ma è una quantità distante dall' abuso che ci fa salire ansia e preoccupazione.
2. PRIMA DELLE FESTE SBOCCIAMO E CI FACCIAMO I SELFIE
A.D.P. per “la Stampa”
«Reggo benissimo l' alcol, e il mio liquore preferito è il Malibù, un rum al cocco, lo puoi bere liscio senza niente, che buono!». Ginevra ha 17 anni, va in discoteca un paio di sere al mese: per bere nei locali servono 18 anni secondo la legge italiana.
E invece: «Dài, nessuno ti chiede il documento, c' è un cartello al bar che dice "Alcol vietato ai minori", però un drink te lo danno compreso nel biglietto e sei hai preso il divanetto ti arriva il secchiello con la bottiglia, che gliene frega a loro».
Ginevra adora le feste, i concerti, i cocktail, però «quando costano troppo, tipo 8 euro e dentro ci mettono poco alcol come accade sempre più spesso nei locali, si sboccia prima e fuori. Sbocciare vuol dire bere e lo dice il Pagante, li conosci no? Sono un trio milanese, due femmine e un maschio, se vai su YouTube hanno milioni di visualizzazioni. Vabbè, ti dicevo che prima delle feste, sbocciamo.
L' ultima volta abbiamo preso una vodka alla panna e fragola che faceva proprio schifo, sembrava lo sciroppo per la febbre. Però siccome quando bevi fa figo farsi un selfie con la bottiglia, l' abbiamo usata per quello».
Ginevra non è mai arrivata a vomitare. «Non posso ubriacarmi. Il mio limite è mio padre. Severissimo. Mi lascia andare dove voglio ma se torno che sto anche solo un po' male, finisce tutto, e se l' ha detto, lo fa. Quindi bevo, sì, ma a fine serata, quando mi viene a riprendere - ovvio, non mi lascia andare in macchina con gli amici - devo camminare dritta ed essere in grado di raccontare come è andata.
Mia madre è astemia, mio padre beve poco e a cena con gli amici. Ti dico la verità? Una volta mi piacerebbe ubriacarmi, giusto per capire cosa si prova e cosa ti spinge così in fondo, ma alla fine anche quando potevo mi sono fermata in tempo». [A.D.P.]
3. NON BEVO PER IMITAZIONE MA PERCHE’ MI DIVERTO DI PIU’
A.D.P. per “la Stampa”
Francesco ha 17 anni, ha iniziato a bere a 14: «Birra alla prima superiore, dal secondo anno anche superalcolici, ora di nuovo solo birra. Ho smesso di bere superalcolici, soprattutto i cocktail perché costano troppo e non ti accorgi di quel che bevi, se ti fai quattro shottini di vodka ti ubriachi subito e finisce il divertimento, se poi ci metti sopra la Redbull che non è alcolica ma eccita, perdi il controllo del tutto e non va bene, quindi ci ho dato un taglio».
Francesco non ama la discoteca: «Sono un ragazzo da pub, d' inverno vado solo nei week end, in estate quasi ogni sera. Mi piace la birra, il boccale grande, fa tanto medioevo, è più da maschio».
Beve perché «noi ragazzi fatichiamo a ballare da sobri, la birra scalda, ti dà un po' di energia, movimenti la serata. Io ci tengo a dirlo che non bevo per emulare gli altri ma proprio perché mi diverto di più, limono di più, parlo con gente con cui non parlerei da sobrio, tocco gli altri, la festa diventa più bella e ti resta un bel ricordo. E poi non mi va di essere l' unico sobrio e di fare da mamma agli altri».
La mamma di Francesco sa che suo figlio si fa qualche birra: «Glielo dico senza problemi la sera quando torno, non perché non voglio che lo scopra lei, è che sto di grande chiacchiera e allora le racconto tutto. Lei mi ascolta e conta su di me, mi sento responsabile: so che posso bere, ma non voglio fare brutte figure.
A dirla tutta, secondo me, la birra non è neanche alcol, il rum quello sì fa male. Le sigarette lo so, fanno venire il cancro, con l' alcol non ho idea di che cosa succeda, so che ti può venire la cirrosi se sei alcolista e anziano, ma non ora». Finchè è divertente bere? «Mentre bevi è sempre divertente, quando stai male non te ne accorgi più.» [A.D.P.]
alcol in polveregare di alcol carnage
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