chiara ciurlia giornalista leccese minacciata insultata

UN ALTRO CASO "GRETA BECCAGLIA" - NIENTE PALPATINE MA INSULTI IN DIRETTA: LA GIORNALISTA LECCESE CHIARA CIURLIA, 33 ANNI, È STATA MINACCIATA DURANTE UNA TRASMISSIONE IN STREAMING - "HO AVUTO TANTA PAURA, IN CHAT MI HANNO SCRITTO DI PROSTITUIRMI, AUGURANDOMI LA MORTE O DI ESSERE SFREGIATA CON L’ACIDO. E POI “STUPIDA”, “SPERO CHE TU SMETTA DI PARLARE” O “CHE QUALCUNO TI RIEMPIA DI BOTTE". NON RIUSCIVO A CONTINUARE. LI DENUNCIO, QUEI MESSAGGI NON RIMARRANNO IMPUNITI"

Claudio Tadicini per www.corriere.it

 

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Commentare una partita di calcio e ricevere insulti sessisti, “inviti” a prostituirsi ed “auguri” di essere picchiata. O addirittura di morire o di essere sfregiata. Dopo il palpeggiamento in diretta tv di qualche mese fa ai danni di Greta Beccaglia, un’altra giornalista sportiva deve fare i conti con l’idiozia di alcuni tifosi.

 

Ne sa qualcosa la trentatreenne Chiara Ciurlia, originaria di Taurisano, ma residente da alcuni anni a Pisa, dove vive e lavora nel settore comunicazione di un’azienda del posto, conduttrice della trasmissione streaming “Tutti in conferenza” per “Il Leccese.it”, blog dedicato alla squadra di calcio del Lecce, in cui si commentano a caldo le partite dei giallorossi. I fatti risalgono a giovedì 20 gennaio, nel post partita contro la Roma in Coppa Italia.

 

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Cosa è successo?

«Appena iniziata la trasmissione, tra i commenti sono arrivati tantissimi attacchi nei miei confronti, alcuni di una gravità assoluta. Offese che andavano oltre il calcio, che mi erano rivolte in quanto donna che parlava di calcio.

 

A scrivere questi commenti – una decina quelli offensivi - sono stati alcuni tifosi baresi, come si evinceva dalle foto del loro profilo. Ovviamente è irrilevante la città d’origine delle offese: se fossero arrivate da Milano o Roma, avrebbero avuto lo stesso peso».

 

Di che tenore erano i messaggi?

«Oltre che sessisti, un paio erano abbastanza gravi, perché mi auguravano la morte o di essere sfregiata con l’acido. E poi “stupida”, “spero che tu smetta di parlare” o “che qualcuno ti riempia di botte”. Qualcuno mi consigliava di cambiare lavoro, immagini quale. La chat era in tilt».

 

Come ha reagito?

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«Ad offese ed apprezzamenti pesanti, negli anni, ho imparato a rispondere con l’autoironia e col sorriso, ma ho dovuto fare intervenire l’editore, perché non riuscivo a continuare. È giusto che ci siano una sana goliardia e una sana rivalità nel calcio, ma tutto ciò è inaccettabile».

 

Cosa direbbe a queste persone?

«Che non devono sfogare le proprie frustrazioni sugli altri. Mi dispiace che non capiscano che dall’altra parte ci sia una donna, che ha una famiglia, un compagno, una vita: assistere a cotanta stupidità non è bello neanche per le persone che ti stanno accanto».

 

Ha sporto denuncia?

«Appoggiata da tutta la redazione, che ha fatto subito muro per proteggermi, mi sto muovendo col mio legale per quei commenti che andavano oltre il limite. L’educazione impone dei limiti e quando vengono oltrepassati si verificano questi abusi. Ogni donna che li subisca deve denunciare, senza paura o vergogna. Solo lottando tutte insieme quotidianamente potremo fermarli».

 

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Ha ricevuto manifestazioni di solidarietà?

«Tantissimi messaggi, anche da altri tifosi del Bari. E sono quelli che mi ha fatto più piacere ricevere: è stato un bel segnale, perché mi ha fatto capire che le rivalità calcistiche, alla fine, davanti ad episodi così gravi, passano in secondo piano».

 

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