natale pranzo abbuffata

MAGNAMOSE TUTTO! DUE GIORNALISTE DEL “TIME” LANCIANO LA CROCIATA CONTRO LE ABBUFFATE NATALIZIE STILANDO UNA LISTA DEI CIBI DA EVITARE - MARINO NIOLA: “PROPONGONO UN SUCCEDANEO DELLA FESTA CHE TENTA DI FAR FUORI TRADIZIONI RICCHE DI STORIA. IL LORO E’ UN POGROM FATTO DI ASCETISMO E DI ANALFABETISMO. PERCHÉ L'ABBONDANZA NEL NATALE È PARTE DEL RITUALE”

Marino Niola per “Il Venerdì - La Repubblica”

 

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“Evitate i cibi delle feste se non volete diventare grassi”. È l' avvertimento, o piuttosto la minaccia, che le giornaliste del Time Stephanie Chen e Ashlee Davis hanno lanciato ai lettori per indurli a rinunciare alla tradizionale orgia natalizia. E, tanto per essere chiare, le due pasionarie del mangiar sano hanno stilato un elenco degli alimenti proibiti.

 

A cominciare dagli spaghetti, che suggeriscono di sostituire con fili di zucca. Seguono i piatti natalizi più classici. Primi fra tutti i brodi, che si possono tranquillamente rimpiazzare con un punch analcolico allo zenzero. Non va meglio per le carni, soprattutto se farcite.

E la fatwa si abbatte anche su altri must del pranzo di Natale come arrosti, salsicce, tacchino, polpette, cocktail di gamberetti. Nonché su contorni come purée, patate al forno e spinaci al burro.

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Consentiti solo quelli lessi, tanto per restare su di morale. E, al posto di maionese, olio e burro, una bella crema di avocado. Ovviamente il vade retro non risparmia nemmeno i dessert. Via croccanti, torroni, cheesecake, marzapane, frutta secca e caramellata, cioccolata. E un colpo finale è riservato al nostro panettone, considerato una bomba calorica da disinnescare.

 

In realtà quel che le due Savonarola propongono è un succedaneo della festa. Che ha tutto l'insapore delle cose che tentano di far fuori tradizioni ricche di storia in nome di una medicalizzazione dell'alimentazione che riduce il cibo a farmaco e la cucina a una fabbrica di malattie. Insomma non è un menù prudente, ma un pogrom fatto di ascetismo e di analfabetismo. Perché l'abbondanza nel Natale è parte del rituale. Non si può eliminare senza eliminare la festa stessa.

MARINO NIOLAMARINO NIOLA