babbo natale

GIÙ LE MANI DA BABBO NATALE - IN UN MONDO CHE RIVEDE OGNI TRADIZIONE, C’È CHI VUOLE “TOGLIERE” AI BAMBINI LA MAGIA DI CREDERE ANCORA IN QUELL’UOMO BARBUTO CHE NELLA NOTTE TRA IL 24 E IL 25 DISTRIBUISCE REGALI  - ALCUNI SONO ADDIRITTURA ARRIVATI A SCOMODARE LA PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO SECONDO CUI LA SCOPERTA DELLA “BUGIA” PUÒ GENERARE NEI BIMBI UNA BREVE DELUSIONE, UNA SORTA DI MICRO-FERITA - CHISSÀ COME SONO SOPRAVVISSUTI TUTTI I BAMBINI DEL MONDO CHE, CRESCENDO, HANNO SCOPERTO DI AVER CREDUTO IN UN MERAVIGLIOSO SOGNO…

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Estratto dell’articolo di Giulia Mattioli per www.d.repubblica.it

 

BABBO NATALE ABBATTUTO A MOSCA

Nella vita di ogni bambino c’è un momento in cui il mito di Babbo Natale comincia a sgretolarsi: una frase sentita a scuola, una carta regalo sospetta del cassetto della cucina, un annuncio pop-up che consiglia dove acquistare il giocattolo chiesto nella letterina, un video che, infilandosi nella playlist dei cartoni animati, “smaschera” la grande bugia natalizia. […] la figura del vecchio con la barba bianca è costantemente messa alla prova.

 

babbo natale coca cola 4

Non è più solo una questione di ingenuità infantile: per chi vuole mantenere viva la credenza la sfida è strutturale. Continuare a raccontare il mito sembra oggi un esercizio più complesso del passato, non perché i bambini credano meno, ma perché il mondo attorno a loro è cambiato, e con esso l’immagine stessa di Babbo Natale, ingombrante, ambigua, a tratti persino problematica.

 

babbo natale 3

Troppo ingessato per un’epoca che ridiscute tutto, dal genere alle icone pop, e troppo morbido per essere davvero contestato, Santa Claus resta sospeso in una dimensione curiosa: oggi, quando si parla di lui, spesso ci si concentra sui motivi per cui potremmo smettere di farlo. Ecco che un interrogativo diventa inevitabile: Babbo Natale può sopravvivere a una cultura che rivede, giustamente o meno, ogni tradizione, ogni icona, ogni simbolo?

 

La sua leggenda è un mosaico composto da pezzi di folklore europeo, tradizioni legate a figure come San Nicola, usanze nordiche, racconti di fantasia. Come è noto, nel Novecento una potente spinta commerciale lo ha trasformato in icona, e nel corso dei decenni, soprattutto grazie a cinema, pubblicità, letteratura per l’infanzia e merchandising, la sua figura si è consolidata, diventando volto onnipresente di un Natale globalizzato e consumista.

 

BABBO NATALE 2

Un tempo era intoccabile. Nel 1897, una bambina di otto anni di nome Virginia O’Hanlon chiese a suo padre se Babbo Natale esistesse davvero. Il genitore la invitò a scrivere al quotidiano New York Sun per avere una risposta definitiva: quello del giornalista Francis P. Church divenne uno dei più celebri editoriali mai pubblicati. Con tono sorprendentemente lirico, Church scrisse: “Sì, Virginia, Babbo Natale esiste. Esiste tanto certamente quanto esistono l’amore e la generosità”. Quel breve testo divenne un manifesto culturale sull’importanza dell’immaginazione, e una difesa accorata dell’infanzia come spazio protetto.

babbo natale sole

 

Oggi la domanda non è più “Babbo Natale esiste?”, ma “È giusto far credere ai bambini che esista?”. Su Reddit un utente scrive: “Amavo Babbo Natale, ma scoprire la bugia è sembrato un rito d’iniziazione al mondo adulto: doloroso, inutile, stupidamente evitabile”. Nella stessa discussione un altro ribatte: “Non è una bugia, è una performance collettiva”. In una lettera al New York Times, una lettrice attanagliata dal dubbio racconta: “Ricordo con lucidità il dolore nel realizzare che i miei genitori erano disposti a mentirmi…[…]”.

 

babbo natale 9

Il nodo etico è affascinante: si tratta di una bugia tollerabile perché a fin di bene o di una rottura di fiducia in miniatura? […] La psicologia dello sviluppo ci mostra un panorama ricco di sfumature: la maggior parte degli studi evidenziano come credere in figure magiche come Babbo Natale stimoli capacità cognitive avanzate […] ma alcuni osservano come, in alcune circostanze, la scoperta della finzione possa generare una breve delusione, una sorta di micro-ferita.

 

In linea di massima verso gli otto anni, quando si sviluppa il pensiero causale, i bambini cominciano naturalmente a mettere in discussione l’esistenza di Babbo Natale senza che ciò lasci strascichi duraturi. Gli esperti concordano però su un punto centrale: la delusione non nasce dalla scoperta della finzione, ma dal modo in cui gli adulti accompagnano i bambini nella transizione dal mito alla realtà. Può essere dunque che gli adulti di oggi, presi dalle mille informazioni che martellano i loro feed su come essere genitori perfettissimi, non si sentano in grado di farlo adeguatamente?

babbo natale 5

 

Fin qui la psicologia, ora entra in scena la cultura. E la cultura contemporanea è spietata con le figure totemiche. Non è un caso che oggi si discuta della ‘decadenza’ del vecchio uomo bianco barbuto: Santa Claus è stato per decenni l’immagine della generosità, della bontà, ma anche - inevitabilmente - l’immagine del potere, della norma, persino della ricchezza. Non sorprende che alcune comunità abbiano rivendicato rappresentazioni alternative: Babbi Natale neri, indigeni, queer, donne, non-binari nascono per appropriazione simbolica, e in un’epoca che riscrive ogni icona per includere ciò che prima era escluso, anche Santa Claus diventa un personaggio personalizzabile, un avatar culturale.

 

Se c’è un luogo in cui Babbo Natale continua a prosperare, è nel suo essere un pattern di consumo. […]

Non è un caso che alcune famiglie sentano una crescente ambiguità. Da un lato c’è il fascino del racconto: l’attesa, le renne, il mistero notturno, la complicità genitoriale, la ritualità che non cambia.

babbo natale dieta

 

Dall’altro c’è un’idea più adulta, moderna, secondo cui introdurre una figura onnipotente che ‘ricompensa’ i buoni rischia di spingere un messaggio distorto sul merito, sul consumo e sulla moralità. Senza contare che, per molte famiglie a basso reddito, Santa Claus è un simbolo problematico: se i bambini ricevono regali radicalmente diversi, il mito diventa una fotografia crudele di disuguaglianza.

 

[…] In un contesto sociale che valorizza l’autenticità, Santa appare sempre più obsoleto, appartenente a un secolo più affezionato ai riti e alle tradizioni di quello attuale.

il babbo natale ballerino di modena

E tuttavia c’è qualcosa di commovente nella tenacia con cui il mito sopravvive, perché funziona solo se accettiamo la sua paradossale finzione collettiva: nessuno ci crede davvero ma tutti, per un brevissimo periodo dell’anno, fingiamo di farlo, come un gioco di ruolo globale.

 

È probabile che nei prossimi decenni la figura continui a trasformarsi: sarà più fluida, meno rigida, più rappresentativa di un immaginario plurale, meno legata al modello nordico e cocacolizzato? Potrebbe diventare un concetto più che un personaggio, una metafora più che un uomo.

babbo natale 3

 

Forse è proprio questo il destino di Babbo Natale: non estinguersi, ma dissolversi nei pixel, nei racconti personalizzati, nelle narrazioni familiari differenti, nelle versioni che ogni bambino ricorderà come ‘la sua’.

 

babbo natale 14

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