DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
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'IL MIO LAVORO E' OPPRIMENTE' - IL GIUDICE LETTERATO NON SCRIVE PIU LE SENTENZE. IL MOTIVO
Estratto dell’articolo di Riccardo Palmi per www.ilmessaggero.it
La stampa l’ha prontamente ribattezzato il “giudice-poeta” per la mai nascosta passione per la letteratura. Tra i colleghi era però noto soprattutto per aver accumulato un arretrato record di 858 fascicoli.
Ernesto Anastasio, magistrato presso il tribunale di sorveglianza di Perugia, già sospeso dalle funzioni e dallo stipendio dalla Sezione disciplinare del Csm a settembre, ha presentato ora le sue dimissioni irrevocabili depositando un’istanza alla cancelleria della Sorveglianza del capoluogo umbro.
Un atto irrevocabile necessario per mettere la parola fine al procedimento disciplinare che avrebbe potuto portarlo finanche alla radiazione (così si è invece posto fuori dalla magistratura). Del resto ad aggravare una posizione già resa particolarmente difficile dal numero degli arretrati, accumulati prima che in Umbria a Santa Maria Capua Vetere, secondo la Sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura avrebbe anche omesso di depositare, o in altri casi depositando ben oltre i termini previsti, provvedimenti relativi alla libertà personale o alle condizioni di vita in carcere dei condannati.
Tant’è che le contestazioni disciplinari si sono accumulate nei confronti di Anastasio per un decennio, tanto da spingere i magistrati del Csm a scrivere che il suo non-lavoro «getta discredito sull’intera amministrazione giudiziaria». […]
Il giudice aveva provato a difendersi davanti al Csm, come riportato alcune settimane fa dal Corriere del Mezzogiorno: «Non sono un idiota che si diletta a scrivere poesie e combina solo scelleratezze sul lavoro… qualcosa la capisco anche io e posso dire che in Italia non è vero che vanno separate le carriere di giudici e pm, ma quelle tra Civile e Penale. Ma questa è una verità della quale non si vuole nemmeno sentir parlare».
Anastasio allo stesso tempo aveva però ammesso l’esistenza di un problema: «Sicuramente il problema è grave e non è giusto che un giudice combini tutto questo macello – aveva detto Anastasio ai colleghi del Csm – Ma voglio dire che ora fare il magistrato di sorveglianza mi piace e vorrei portare a termine il quadriennio, anche se sono certo che non morirò magistrato».
Della sua passione per la poesia parla anche la perizia a cui è stato sottoposto durante il procedimento disciplinare, firmata dal docente di Psicopatologia forense Stefano Ferracuti, che è arrivato a ipotizzare un disturbo della personalità, certificando come il giudice si senta oppresso da un lavoro che non gli dà soddisfazione in ragione di interessi orientati in altri campi. […]
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