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AL SISI, DÌ LA VERITÀ - GIULIO REGENI È STATO TORTURATO CON SCOSSE ELETTRICHE SUI GENITALI E AVEVA SETTE COSTOLE ROTTE - TRE AGENTI DI UNA NON PRECISATA AGENZIA DI INTELLIGENCE AVREBBERO RAPITO IL RICERCATORE, AVENDOLO PRESO PER UNA SPIA

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1 - «SEVIZIATO CON SCOSSE ELETTRICHE»

Marta Serafini per il “Corriere della Sera”

 

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«Sette costole rotte, segni di scosse elettriche sui genitali, lesioni traumatiche e tagli inferti con lame affilate su tutto il corpo, lividi e abrasioni e anche un' emorragia cerebrale».

Ancora strazianti dettagli dell' autopsia del corpo di Giulio Regeni, che arrivano questa volta dalla Reuters .

 

Ma la certezza sulle cause della morte, almeno sul fronte egiziano, è ancora da escludere perché il referto autoptico è stato secretato dalla Procura generale del Cairo e perché la stessa agenzia ha spiegato di non esserne in possesso. E se da un lato c' è la conferma che il ricercatore sia stato torturato, dall' altro questi elementi si vanno ad aggiungere a quelli della perizia italiana, che aveva parlato di morte sopraggiunta per un «violento colpo al collo».

 

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Il nastro delle ultime ore della morte di Giulio si riavvolge e si ingarbuglia. Nella giornata di ieri è stato il New York Times a rivelare che Regeni sarebbe stato arrestato da agenti di una non precisata agenzia di intelligence. Un' ammissione anonima, la prima, che proverrebbe da tre funzionari della sicurezza egiziani, e sembrerebbe confermare la versione comunicata da un «supertestimone» agli investigatori italiani, ma che lascia ancora molti dubbi.

 

Diversi testimoni hanno detto al New York Times che il 25 gennaio, alle 7 di sera, due poliziotti in borghese perquisivano i passanti nella strada che il ricercatore italiano ha preso per raggiungere la metropolitana Behooth. Ma altri giornalisti, del Times di Londra, percorrendo lo stesso tragitto non sono riusciti ieri a trovare alcun testimone che lo confermasse.

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«Sappiamo solo che c' erano più forze di sicurezza del solito». C' è poi il supertestimone, lo stesso che ha parlato nei giorni scorsi agli investigatori italiani, che avrebbe visto i due agenti fermare il ragazzo: uno di loro avrebbe controllato la sua borsa, l' altro il passaporto, poi l' hanno portato via. Il testimone afferma, come nei giorni scorsi riportato dal Corriere, di aver riconosciuto uno degli agenti, poiché si era recato all' appartamento facendo domande su Giulio. Ma al coinquilino Mohammed El Sayed questa versione non risulta.

 

Infine il quotidiano intervista separatamente tre agenti della sicurezza anonimi, i quali confermano che Regeni quella sera sarebbe stato arrestato perché durante il controllo per strada «era stato maleducato e si era comportato come un duro», aggiungendo che, una volta controllato il suo telefono, gli agenti avrebbero trovato i contatti di persone legate alla Fratellanza musulmana e al Movimento di sinistra 6 Aprile. «Hanno pensato che fosse una spia. Dopotutto, chi viene in Egitto a studiare i movimenti sindacali?».

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Quel che è chiaro, sottolinea i l New York Times , è che gli investigatori egiziani non si sono curati di chiedere i video di sorveglianza a quattro negozi affacciati sulla strada. Le telecamere avrebbero ripreso la sua cattura. Ma ora è troppo tardi per appurarlo, i video sono stati cancellati. E mentre le domande si rincorrono da Roma al Cairo, il pubblico ministero Sergio Colaiocco, titolare dell' inchiesta sulla morte del ricercatore, ha sentito ieri la sorella di Giulio, Irene, un' amica, due professori e tre ricercatori. Il tutto mentre Ros e polizia hanno acquisito nuovo materiale informatico fornito dai familiari. Restano tanti gli interrogativi che non trovano risposta .

il manifesto prima pagina con gli articoli di giulio regeni dopo la morteil manifesto prima pagina con gli articoli di giulio regeni dopo la morte

 

2 - LA SCOMPARSA E IL RITROVAMENTO COSÌ LE ULTIME ORE DI GIULIO

Viviana Mazza per il “Corriere della Sera”

 

Cosa è accaduto la sera del 25 gennaio scorso, quinto anniversario della rivoluzione egiziana e giorno della sparizione di Giulio Regeni? Chi ha scaricato il suo cadavere, nove giorni dopo, sull' autostrada che collega il Cairo ad Alessandria?

 

25 gennaio: ore 17.30 Mohammed El Sayed, avvocato che divide con Giulio e con Juliane Schoki, insegnante tedesca, l' appartamento al terzo piano di una palazzina di Dokki, esce di casa. «Giulio leggeva nella stanza all' ingresso», dice al Corriere.

 

giulio regeni paz zarategiulio regeni paz zarate

Ore 18.52 Amr Assaad, ex ricercatore e ora curatore di mostre, riceve un sms da Giulio. «Dottore, sai cosa si fa per il compleanno del dottor Hassanein oggi?». Hassanein Keshk è un intellettuale della sinistra e un' autorità sui movimenti sindacali. Amr vede il messaggio un' ora dopo.

 

Ore 19.40 Gennaro Gervasio, professore di scienze politiche all' università britannica del Cairo, chiama l' amico Giulio. «Mi ha detto che si sarebbe mosso da casa verso le 20 per raggiungere la fermata della metro di Dokki». Si erano dati appuntamento vicino piazza Tahrir, dove viveva Gervasio, per andare insieme in taxi a Giza, a trovare Keshk, malato, che faceva il compleanno.

 

giulio regeni    giulio regeni

Ore 19.51 Amr chiama Giulio: cellulare staccato. Alle 20:18 e alle 20:23 lo chiama Gervasio non vedendolo arrivare: squilla a vuoto. Alle 20:25 è muto. Non verrà più riacceso e, a detta degli inquirenti egiziani, nemmeno ritrovato.

L' ultima volta, è localizzato a Dokki.

 

Tra le 22.30 e le 23 Gervasio contatta l' ambasciatore italiano Maurizio Massari sul cellulare, e quest' ultimo si attiva con le autorità locali.

 

26 gennaio Gervasio fa denuncia al commissariato di polizia. Contatta l' avvocato per i diritti umani Malek Adly che cerca Giulio in carceri e ospedali, invano.

 

Il New York Times annuncia che gli Usa solleveranno il caso di Giulio Regeni con l EgittoIl New York Times annuncia che gli Usa solleveranno il caso di Giulio Regeni con l Egitto

29 gennaio Amr è convocato al commissariato di Dokki. Gli chiedono come mai uno straniero si interessasse ai sindacati egiziani e (più volte) se Giulio fosse gay.

 

30 gennaio I genitori di Giulio arrivano al Cairo. Trovano i suoi effetti personali, compreso il computer, nella sua stanza a Dokki. Nessun investigatore egiziano è andato a prenderli. Quattro negozi sulla via Al Ansar che Giulio avrebbe percorso fino alla metro hanno telecamere, secondo il New York Times, ma le cassette non vengono richieste dalla polizia e vengono cancellate.

REGENIREGENI

 

31 gennaio La Farnesina dà notizia della scomparsa di Regeni. Gli amici fanno partire una campagna via Twitter #whereisGiulio. 3 febbraio La ministra per lo sviluppo economico Federica Guidi, in visita con 60 imprenditori, incontra il presidente Al Sisi. Alle 19.30, Massari informato dalle autorità, va dai genitori a dar notizia del ritrovamento del cadavere, poi si annulla la visita.

 

4 febbraio Il cadavere è stato scaricato sulla parte superiore di un cavalcavia sull' autostrada tra Il Cairo e Alessandria, a 25 chilometri dal centro. L' ipotesi del capo delle indagini di Giza è: incidente automobilistico. Ma non ci sono tracce di frenate, di vetri, di sangue, né di ripulitura. Il capo delle indagini ha precedenti per torture.

 

regeni regeni

6 febbraio L' autopsia italiana conferma le torture e dichiara il «decesso per la frattura di una vertebra cervicale causata da un violento colpo».

 

GIULIO REGENI E AMICIGIULIO REGENI E AMICIGIULIO REGENI CON LA FAMIGLIAGIULIO REGENI CON LA FAMIGLIAGIULIO REGENIGIULIO REGENI

11 febbraio Un supertestimone dichiara di aver visto agenti in borghese prendere Giulio:uno di loro, giorni prima avrebbe fatto domande su di lui nell' appartamento di Dokki. Ma il coinquilino El-Sayed dice al Corriere che nessun agente ha mai bussato a casa loro.