DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Stefano Rizzato e Manuela Messina per “la Stampa”
Una falsa partenza. Una promessa non mantenuta. Un flop totale. Con varie sfumature di pessimismo, è così che si sente parlare di Expo 2015 tra negozi, bar, ristoranti di Milano. In un mese di successo ed entusiasmo per il grande evento, i delusi dell’esposizione universale sono loro: commercianti ed esercenti.
Che si aspettavano grandi cose, una spinta importante dopo sei anni di crisi, ma per ora tardano a raccogliere i benefici della manifestazione. Solo gli alberghi possono sorridere, e hanno già registrato un 10 per cento di crescita nelle prenotazioni rispetto al 2014. Quasi tutti gli altri devono attaccarsi all’altro ritornello che si sente ripetere: il meglio deve ancora venire. E la vera Expo, quella dei turisti, inizia da giugno.
UN TURISMO DIVERSO
In modo un po’ paradossale, se l’indotto ancora non gira è colpa anche del successo di Expo. Specie la sera - dalle 19 si paga solo 5 euro per l’ingresso - in tanti hanno fatto rotta su Rho Fiera e snobbato un po’ i ristoranti milanesi. Da sabato l’orario del weekend si allungherà di un’ora, dalle 23 alle 24, e difficilmente aiuterà. L’altro problema è proprio la distanza. Expo non è un evento diffuso e integrato nella città, anche se i mezzi la collegano al centro bene e rapidamente.
un momento della giornata inaugurale di expo 2015
«I due mondi sono separati, e dovrebbero invece saldarsi», dice Giorgio Rapari, vicepresidente di Confcommercio Milano. «Il ponte del 2 giugno può però essere la svolta. Arriveranno i turisti stranieri e loro avranno voglia di vivere anche la città e non solo Expo. Ma poi c’è un discorso generale: Expo è un evento diverso dal salone del mobile e da quelli - legati al business - cui Milano è abituata. È fatto di turismo familiare, o che viene dai Paesi emergenti. La sfida è capirlo e adeguarsi».
IN CERCA DI UNA REGIA
una veduta del padiglione nepal
Dal primo maggio a oggi, a visitare l’esposizione sono stati soprattutto italiani e scolaresche. «Da giugno saranno piene sia Expo che la città», ha assicurato il commissario unico Giuseppe Sala. Ma ora i commercianti chiedono una regia migliore e più decisa per collegare i due mondi. «Serve più promozione e coinvolgimento - dice il presidente di Confesercenti Milano Andrea Painini - e per questo abbiamo chiesto un incontro proprio al commissario Sala. Il logo e il materiale ufficiale di Expo si devono poter usare con più libertà, dentro i negozi e per strada, per rendere partecipi tutti dell’evento».
quattro ragazzi del padiglione della francia
NAVIGLI E NEW ECONOMY
I malumori non sono però universali. I locali dei Navigli - una delle rotte classiche della movida cittadina - si godono una crescita tra il 30 e il 40 per cento, grazie alla riapertura della Darsena, l’antico porto fluviale di Milano. A ritmo simile sono aumentati, rispetto al 2014, i biglietti staccati dai principali musei e luoghi d’arte. «E sono positivi i dati di tutte le iniziative collaterali, raccolte dentro l’Expo in Città», nota l’assessore alla Cultura del Comune di Milano Filippo Del Corno.
Ma l’incremento più vistoso è quello di Airbnb e di chi lo usa per mettere una o più stanze in affitto su internet, tra le proteste degli albergatori “ufficiali”. Gli alloggi disponibili a Milano sono arrivati a quota 11 mila, in crescita del 120 per cento rispetto al 2014. E il numero di prenotazioni durante l’Expo è quasi quadruplicato (più 293 per cento) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
EXPO DI MILANO - PADIGLIONE ITALIA
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