la protesta degli chef israeliani contro la carestia a gaza comme il faut benjamin netanyahu

“BIBI” IMPANATO E FRITTO – GLI CHEF, RISTORATORI, E STUDIOSI DI CUCINA ISRAELIANI POSANO CON UNA PENTOLA VUOTA TRA LE MANI PER PROTESTARE CONTRO LA CARESTIA IMPOSTA A GAZA DAL GOVERNO NETANYAHU – LA CAMPAGNA, CHIAMATA “RESISTERE ALLA FAME”, È STATA LANCIATA DAL MARCHIO DI ABBIGLIAMENTO ISRAELIANO “COMME IL FAUT”, CHE HA RICEVUTO UNA MAREA DI CRITICHE E ACCUSE DI “PREOCCUPARSI DI FAKE NEWS” – LA RISPOSTA DEL BRAND: “IL NOSTRO DITO È PUNTATO CONTRO IL NOSTRO GOVERNO. ANCHE HAMAS È RESPONSABILE DEL DISASTRO UMANITARIO, MA NON È A LORO CHE CI RIVOLGIAMO…”

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Estratto dell’articolo di Be.Pe. per “la Repubblica”

https://www.repubblica.it/esteri/2025/09/08/news/la_protesta_degli_chef_israeliani_cibo_striscia_gaza-424832939

 

la protesta degli chef israeliani contro la carestia a gaza 1

Chef, proprietari di noti ristoranti e studiosi di cucina israeliani posano con una pentola vuota tra le mani e un messaggio, "Resistere alla fame", scritto in ebraico, inglese e arabo. Chiedono che il dramma della carestia imposta a Gaza dal governo Netanyahu finisca subito e lo fanno per una campagna social che da qualche giorno sta polarizzando il dibattito.

 

[…] La campagna è stata commissionata dal marchio di abbigliamento israeliano Comme Il Faut, da sempre vicino alle tematiche di attualità e dall'inizio della guerra molto attivo con azioni simili per chiedere il rilascio dei cittadini catturati il 7 ottobre. Eppure stavolta l'iniziativa non ha ottenuto il consueto successo, anzi è stata duramente attaccata perché considerata pro-Hamas, al punto che i commenti sono stati disabilitati dai post e ora alcuni dei partecipanti denunciano addirittura di aver ricevuto minacce di morte.

 

carestia a gaza

Ad organizzatori e testimonial si rimprovera di non avere a cuore la causa nazionale, ovvero quella della restituzione degli ostaggi, e di preoccuparsi di fake news, ovvero che a Gaza si muoia di fame, o di situazioni che esulano le responsabilità di Israele, dato che sarebbe solo Hamas a negare il cibo agli abitanti della Striscia. Il dibattito ha coinvolto altri chef e personaggi del mondo del food fino a spingere il marchio a pubblicare un comunicato di risposta.

 

«Il nostro dito è puntato contro il nostro governo. Anche Hamas è responsabile del disastro umanitario, ma non è a loro che ci rivolgiamo. Parliamo al nostro governo al quale siamo legati come cittadini». […]

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