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Estratto dell’articolo di Gianluca Di Feo per "la Repubblica"
LA NAVE SPIA IRANIANA NEL MAR ROSSO
Nella nuova crisi di Suez provocata dagli attacchi delle milizie houti contro i mercantili c’è una presenza molto sospetta che allarma le cancellerie occidentali. La conoscono tutti e nessuno ha dubbi sulla sua reale missione, ma finora non è stata denunciata apertamente nel timore di innescare un allargamento della guerra di Gaza.
Si tratta di un cargo che batte bandiera iraniana e che viene ritenuto dalle intelligence di molti Paesi una nave spia di Teheran: una sorta di vedetta che almeno in un’occasione avrebbe segnalato ai fondamentalisti yemeniti i bersagli da assaltare.
La “Behshad” non può venire nascosta: è lunga 174 metri, ha una stazza di oltre 20mila tonnellate. Non fa nulla per mimetizzarsi, tiene accesi i segnalatori che indicano la sua posizione: è all’ancora, esattamente nel mezzo del Mar Rosso, pochi chilometri a Nord dello stretto di Bab el-Mandeb, le forche caudine del commercio mondiale.
Anche il suo arrivo in quelle acque è stato un messaggio esplicito degli ayatollah. Ha preso posizione nel luglio 2021 per rimpiazzare un’altra nave iraniana, la “Saviz”, gravemente danneggiata da una mina magnetica piazzata sulla sua fiancata.
mappa del commercio di gas e petrolio per il mar rosso
L’azione è stata ritenuta opera dello Shayetet 13, le forze speciali israeliane: un episodio della battaglia navale segreta condotta in quel periodo nei mari del Medio Oriente. Ci sono state più incursioni nell’ombra e rimaste senza spiegazioni ufficiali.
[…] In questa sfida di 007 la “Saviz” è stata la preda più importante: si ritiene che il suo compito fosse quello di sorvegliare per conto dei Guardiani della Rivoluzione le rotte dirette ai porti sauditi, a quello israeliano di Eilat e più in generale al canale di Suez. Più volte durante il conflitto civile yemenita è stata chiamata in causa: veniva considerata la base galleggiante che guidava le spedizioni dei barchini degli houti contro obiettivi sauditi. Poi, quando è stata messa fuori gioco dall’esplosivo degli uomini rana ed è dovuta tornare in patria, il suo posto è stato preso dalla “Behshad”.
Negli ultimi due anni, il mercantile di Teheran non si è mai allontanato dalla sua postazione strategica: resta in acque internazionali, compiendo solo brevi spostamenti. Tutto il traffico militare e commerciale sfila davanti ai suoi occhi: bastano radar poco sofisticati per controllare il passaggio di petroliere e portacontainer, ma anche di incrociatori e portaerei come quelle che l’Us Navy ha schierato dopo il 7 ottobre.
attacco di un drone degli houthi nel mar rosso
L’attenzione sulla “Behshad” si è riaccesa il 27 novembre, quando gli houti hanno catturato la “Galaxy Leader”, abbordandola con un elicottero. Molti sono rimasti sorpresi dalla abilità informativa dei miliziani yemeniti, che riuscivano a individuare le relazioni degli armatori con compagnie israeliane o gli scali a Eilat che non erano stati comunicati: una capacità di cui invece dispone l’intelligence di Teheran.
attacco di miliziani houthi a nave mercantile
«Mentre gli houti schiacciano il grilletto, le armi gli vengono date dall’Iran e l’Iran ha la responsabilità di intervenire per fare finire gli attacchi», ha dichiarato il consigliere per la Sicurezza nazionale Usa Jake Sullivan. La Repubblica islamica invece ha respinto con decisione qualsiasi rapporto con le aggressioni lanciate dallo Yemen. Nei discorsi ufficiali, la “Behshad” non è mai stata citata, ma oggi sta diventando la protagonista della partita per ripristinare la navigazione nel Mar Rosso.
MISSILI DEI RIBELLI HOUTHI - YEMEN houthi houthi houthi MISSILI DEI RIBELLI HOUTHI - YEMEN IL RICATTO DEL CANALE DI SUEZ
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