DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
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Due emù, struzzi australiani, sono stati avvistati giovedì mattina a Venezia in giro per le calli. C’è chi ha giurato di non toccare più uno spriz (nemmeno all'Aperol), chi si è dato alla fuga e chi ha chiamato la polizia.
I due esemplari di Dromaius novaehollandiae, erano liberi da guinzagli o sistemi per evitare colpi del potente becco, ma seguiti passo passo da due uomini.
Si tratta di due sloveni, che sono saliti in treno a San Donà, qui hanno sistemato le due bestie nei corridoi a inizio vagone, dove i due emù sono rimasti tranquilli.
Nessuno sa che biglietto abbiano chiesto o se un solerte controllore abbia elevato una multa per “trasporto non autorizzato di struzzi”, fatto sta che i quattro bipedi (uomini ed emù) sono arrivati alla stazione di Venezia Santa Lucia per iniziare un istruttivo tour tra calli e campielli, direzione San Marco.
I due grandi uccelli erano abituati a camminare a fianco dei loro padroni già a Lubiana, dove sono stati visti più volte girare per il centro cittadino. Per questo hanno accettato la sgambata di buon grado.
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Da Santa Lucia alla Lista di Spagna e quindi in Strada Nuova i due Dromaius novaehollandiae hanno avuto appena il tempo di ambientarsi ma non quello di mimetizzarsi e mescolarsi tra la folla che anzi ha fatto ala alla loro apparizione.
All’altezza di Santi Apostoli il comando della polizia locale e di tutte le altre forze dell’ordine erano già stati tempestati di telefonate.
Dopo il primo momento di sbigottimento, appurato che i richiedenti non avevano la voce impastata e soprattutto forti del motto “A Venezia può succedere di tutto”, gli operatori hanno inviato pattuglie alla ricerca di uomini e pennuti.
Una “caccia” che si è protratta per un bel po’ finché due vigili urbani hanno avuto un faccia a faccia con i becchi degli emù e hanno proceduto al fermo.
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Mentre i due umani tentavano di fornire una qualche spiegazione, i due "sospetti" hanno mantenuto la calma tanto che a un certo momento hanno messo la testa sotto un'ala dormendo saporitamente. Un atteggiamento che fortunatamente non è stato giudicato irrispettoso verso i pubblici ufficiali giunti sul posto.
Mentre si cercava di capire cosa fare, alla fine i due sloveni hanno capito che "Venezia città accogliente" non valeva per gli struzzi e, ahinoi, nemmeno per la variante australiana.
Nonostante il loro accordo con lo slogan del sindaco Brugnaro "#EnjoyRespectVenice" i due emù si sono visti appioppare un Daspo urbano, cioè un divieto al rientro in città e hanno quindi dovuto fare mestamente ritorno in stazione.
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Sono perciò saliti buoni buoni con i loro padroni sul treno regionale in partenza alle 15.09 da Venezia Santa Luycia e diretto a San Donà.
Ma che quella degli struzzi sia una famiglia poco amata e soggetta a razzismo lo si è capito anche qui. Dal regionale qualche passeggero ha chiamato la polizia ferroviaria che, nel dubbio, ha fermato il treno.
Mentre si discuteva e si cercava sui vari regolamenti se la specie Dromaius novaehollandiae era prevista per il trasporto a bordo i due struzzi ne hanno aprofittato per farsi un altro sonnellino.
Un atteggiamento collaborativo che è stato premiato con la partenza del treno, anche se con quasi 40 minuti di ritardo. I due emù sono stati posti in uno scompartimento tutto per loro, scortati da due poliziotti.
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