AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE DAI LORO…
Giacomo Amadori per "la Verità"
Il 28 novembre 2021 alcuni militari della Guardia di finanza hanno contattato l'ex premier Giuseppe Conte e almeno altri tre professionisti su delega della Procura di Roma per chiedere la consegna di fatture e documenti legati alle consulenze svolte per alcune società di Francesco Bellavista Caltagirone, ex patron del gruppo Acqua Marcia. L'attività di acquisizione di atti (per cui la Procura non ha firmato alcun decreto) è stata realizzata dalla polizia giudiziaria in un clima di grande collaborazione e i professionisti coinvolti hanno fornito quanto richiesto.
FRANCESCO BELLAVISTA CALTAGIRONE
Il fatto che la notizia esca solo ora, a due mesi e mezzo dai fatti, non deve stupire. Infatti dentro il Movimento 5 stelle si sono scatenate lotte intestine, combattute a colpi di dossier. A spaccare definitivamente il giocattolo inventato da Beppe Grillo è stata l'inchiesta sulle consulenze d'oro, pagate alla Casaleggio associati e a Beppe Grillo dalla Moby dell'armatore Vincenzo Onorato (indagato insieme con l'ex comico). Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso sono state le mosse scomposte e la spaccatura tra Conte e Luigi Di Maio nelle votazioni per il Quirinale.
A questo va aggiunto che l'ex collega di studio di Giuseppi, Luca Di Donna, è ancora sotto indagine perché avrebbe usato il rapporto di amicizia con l'ex premier per fare affari. In questo modo avrebbe incassato lauti guadagni, ma anche un'iscrizione sul registro degli indagati per traffico di influenze illecite come rivelato a settembre da Panorama.«Guardia di finanza a casa Conte? Sono state scritte un sacco di fesserie».
Nei corridoi della Procura la notizia pubblicata da due quotidiani di visite nella dimora dell'ex premier da parte delle Fiamme gialle sono state accolte con un certo fastidio. La realtà, come già rivelato da Panorama, è che sono in corso indagini che riguardano alcuni avvocati romani dell'inner circle del professor Guido Alpa per consulenze datate e meno datate.
A settembre il settimanale del gruppo diretto da Maurizio Belpietro aveva scritto: «Il procedimento è ancora nella fase iniziale, ma potrebbe segnare la fine dell'età dell'innocenza del Movimento 5 stelle, molto di più delle vicende tipicamente romane di Luca Lanzalone e Raffaele Marra».
giuseppe conte luigi di maio foto di bacco (1)
A dare il via alle investigazioni sarebbero state le dichiarazioni del faccendiere Piero Amara sugli incarichi affidati attraverso un altro lobbista molto chiacchierato, Fabrizio Centofanti, all'allora avvocato Giuseppe Conte. []. Come detto, sono in corso gli accertamenti preliminari o per lo meno questo è il poco che trapela dalla Procura. Dove ammettono che il fascicolo esista, ma che il problema è capire il modello».
Che è rimasto il 44, ovvero senza indagati, ma con un'ipotesi di reato: la bancarotta per dissipazione.La pm è Maria Sabina Calabretta, la quale, da tempo, indaga su un presunto crac da centinaia di milioni di euro del gruppo Acqua Marcia. Adesso dovrà verificare se le consulenze pagate agli avvocati coinvolti non abbiano aggravato il dissesto della società.
I fatti risalgono al 2012 e Amara ne ha parlato in questi termini: «Vietti (Michele, ex vicepresidente del Csm, ndr), in funzione di sue esigenze a me non note, mi chiese di far guadagnare denaro ad avvocati o professionisti a lui vicini e avvenne in quel periodo anche con l'avvocato Conte, oggi presidente del Consiglio, a cui facemmo conferire un incarico dalla società Acqua marcia Spa di Roma, incarico che fu conferito a lui e al professor Alpa, grazie al mio intervento su Fabrizio Centofanti (lobbista sotto inchiesta insieme con Luca Palamara, ndr), che all'epoca era responsabile delle relazioni istituzionali di Acqua marcia.
CONTE DI MAIO E DI BATTISTA SUI TALEBANI
L'importo che fu corrisposto da Acqua marcia ad Alpa e a Conte era di 400.000 euro a Conte e di 1 milione di euro ad Alpa. Questo l'ho saputo da Centofanti che si arrabbiò molto perché il lavoro era sostanzialmente inutile, trattandosi della rivisitazione del contenzioso della società, attività che fu svolta da due ragazze in poche ore, e l'importo corrisposto fu particolarmente elevato».
Se vero che ormai Amara è considerato urbi et orbi «totalmente inattendibile», è altrettanto vero che i pagamenti sono stati effettuati e che quindi è giusto fare tutti i controlli necessari.La Guardia di finanza ha acquisito documenti anche presso gli avvocati Enrico Caratozzolo e Giuseppina Ivone, che hanno lavorato insieme ad Alpa (anche lui contattato dai militari) e Conte al concordato preventivo di Acqua marcia.Nei mesi scorsi la Procura di Milano, che aveva raccolto le dichiarazioni di Amara ha trasmesso a Roma il fascicolo.
I pm della Capitale, però, hanno subito girato gli atti a Perugia ipotizzando che nella vicenda potesse essere stato coinvolto qualche magistrato in vista del concordato preventivo dell'azienda. La Procura umbra, dopo aver fatto i dovuti accertamenti ed essersi probabilmente sentita tirata per la giacchetta, ha escluso la complicità di qualche toga e, dopo aver iscritto il reato di bancarotta per dissipazione, ha rigirato il delicato dossier a piazzale Clodio, in considerazione del fatto che, in astratto, le ricche consulenze pagate dall'Acqua marcia potrebbero aver aggravato lo stato di dissesto della società.
Come dichiarato da Amara, Conte avrebbe ottenuto, tra il 2012 e il 2013, conferimenti d'incarico per un valore totale di circa 400.000 euro. «Però non tutti incassati» aveva specificato nell'aprile scorso l'ex premier. In una lettera firmata da Centofanti e dal figlio di Bellavista Caltagirone, Camillo, come rivelato dal Domani, è evidenziato che il capo politico dei 5 stelle, per fare una «ricognizione dei rapporti giuridici» di una società controllata (la Acquamare, nel cui cda sedeva lo stesso Amara) avrebbe ottenuto «un compenso pari a 150.000 euro, oltre accessori di legge come Iva e Cassa previdenziale avvocati».
In queste ore, tali vecchie vicende, destinate con ogni probabilità all'archiviazione («formalmente nelle consulenze sembra tutto a posto» ci ha confidato un inquirente), vengono utilizzate per il regolamento di conti finale tra i grillini. Un brutto epilogo per un movimento che aveva fatto del tema della giustizia il proprio cavallo di battaglia.
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