TOGHE ROTTE – SOLUZIONE ALL’ITALIANA IN ARRIVO PER LA PROCURA DI MILANO: BRUTI NON SMAMMA, MA RESTA AL SUO POSTO FINO ALLA PENSIONE (DICEMBRE) E ROBLEDO VA A FARE IL TAPPABUCHI PER UN ANNO IN QUALCHE PROCURA SOTTO ORGANICO E POI RIENTRA QUANDO L’ALTRO SE NE VA

Luigi Ferrarella per il “Corriere della Sera

 

GIOVANNI LEGNINI 
GIOVANNI LEGNINI

Sembrano tre cose impossibili da far quadrare: il Consiglio superiore della magistratura che evita di lacerarsi nel decidere torti e ragioni tra i vertici dei pm milanesi Bruti Liberati e Robledo, e tutti e due che ne escono senza ammaccature, con Robledo che ottiene una via d’uscita ma senza lasciare Milano, e Bruti che continua a reggere la Procura sino alla pensione nel dicembre 2015.

 

Eppure l’allineamento astrale, con la mediazione del vicepresidente Csm Legnini, in queste ore non è fantascienza. Robledo, indisponibile a chiedere trasferimenti che diano l’idea di una resa, starebbe orientandosi ad accettare la proposta di rendersi disponibile a una temporanea «applicazione» extra distretto milanese a una sede in grave sofferenza e da «tamponare» con urgenza dal Csm: da 6 a 12 mesi di trasferta, che al Csm sterilizzerebbero le procedure di incompatibilità sinora andate di rinvio in rinvio, e dopo i quali Robledo rientrerebbe nel suo posto a Milano senza più frizioni con Bruti, che nel frattempo sarà in pensione. E ieri il Consiglio giudiziario ha dato un sofferto ok alla circolare di Bruti su «area Expo»: 8 sì, 8 no, decide il favorevole voto del n.1 della Corte d’Appello, Canzio. 
 

a sinistra il procuratore aggiunto di milano alfredo robledo, a destra il procuratore capo edmondo bruti liberatia sinistra il procuratore aggiunto di milano alfredo robledo, a destra il procuratore capo edmondo bruti liberati