DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL…
Paola De Carolis per il Corriere della Sera
Era il monumento di un padre affranto alla memoria del figlio, tragicamente scomparso a 42 anni, e della sua amata. A vent' anni di distanza, la statua «torna a casa», nella tenuta del Surrey dove Dodi è sepolto. Harrods, il celebre grande magazzino di Londra che sino al 2010 è appartenuto a Mohammed Al Fayed, ha deciso che è ora di voltare pagina. I nuovi proprietari, la famiglia reale del Qatar, stanno organizzando quindi lo smantellamento del memoriale che verrà trasferito «al momento opportuno».
Dietro un comunicato sobrio e rispettoso - «Qui a Harrods siamo fieri di aver avuto un ruolo nell' onorare la memoria della principessa Diana e di Dodi Fayed e di aver accolto migliaia di persone da tutto il mondo giunte per porgere il loro omaggio» - si cela la realtà che i tempi sono cambiati. Oggi la principessa viene ricordata soprattutto attraverso l' impegno umanitario e l' amore dei suoi figli, William e Harry, che hanno commissionato una statua in suo onore e inaugurato un giardino di fiori bianchi a Kensington Palace. Quell' accenno al flirt con Dodi forse oggi stona, anche perché lascia poco all' immaginazione.
Sotto la scritta «Vittime innocenti», proprio accanto alle scale mobili di Harrods, si staglia la statua di Dodi e Diana che si tengono per mano sotto le ali di una colomba.
Al Fayed ha sempre sostenuto che l' incidente nel tunnel dell' Alma, nel quale Lady D e Dodi persero la vita nel 1997, fosse stato pianificato per impedire alla principessa di sposare un musulmano.
L' imprenditore egiziano aveva puntato il dito contro il principe Filippo, nonostante le inchieste avessero raggiunto conclusioni ben diverse. Al Fayed, che per due volte si è visto negare la cittadinanza britannica, oggi ha 88 anni.
Ha venuto Harrods per 1,5 miliardi di sterline dopo aver perso i Royal Warrants - riconoscimenti concessi ai fornitori dei Windsor - che Harrods aveva sfoggiato sulla sua facciata dal 1913 al 2000. È probabile che i nuovi proprietari abbiano intenzione di riallacciare i rapporti con i reali. La rimozione del monumento è un primo passo.
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